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Vibo Valentia: a casa o a fare la spesa in orario di lavoro, denunciati medici e infermieri

Venti tra medici, infermieri, assistenti e collaboratori a vario titolo in servizio nel distretto di Serra San Bruno, nella provincia di Vibo Valentia, sono stati denunciati dai carabinieri per truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni di orari lavorativi. L’indagine riguarda il periodo da gennaio a maggio 2018.
A cura di Susanna Picone
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Scoperti presunti “furbetti del cartellino” in una azienda sanitaria in Calabria. Venti persone tra medici, infermieri, assistenti e collaboratori a vario titolo in servizio nel distretto di Serra San Bruno, nella provincia di Vibo Valentia, sono stati denunciati dai carabinieri con le accuse di truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni di orari lavorativi. Il provvedimento prende in esame il periodo che va da gennaio fino a inizio maggio 2018. Le venti persone denunciate sono originarie di Serra San Bruno e di altri comuni della provincia di Vibo Valentia e di Catanzaro e hanno un'età compresa tra i quarantasette e i sessantotto anni. A quanto emerso, i dipendenti pubblici spesso si allontanavano durante l'orario di lavoro per svolgere altre attività.

Si allontanavano anche durante le ore di straordinari – C’era chi andava a casa o in supermercati del posto a fare la spesa senza timbrare il cartellino, e, in qualche caso, anche durante le ore di straordinario. Così facendo, non interrompendo l’orario di lavoro, gli indagati facevano risultare comunque svolte, nell’ambito della giornata, le ore lavorative. In un caso, stando a quanto accertato durante le indagini, è stata anche registrata un doppia timbratura di due cartellini differenti da parte della stessa persona.

Venti complessivamente i “furbetti del cartellino” indagati in Calabria – L’indagine dei carabinieri è partita a dicembre 2017, quando sono state riscontrate una serie di condotte presumibilmente illecite poste in essere da parte di un medico impiegato al distretto di Serra San Bruno. La successiva attività investigativa ha quindi accertato una serie di condotte poste in essere da medici, infermieri, assistenti e collaboratori a vario titolo, che hanno integrato i reati per i quali si è proceduto.

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