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Veronica Lario rivuole l’assegno da 1,4 milioni al mese: “Rinunciai alla mia carriera per Berlusconi”

Veronica Lario, ex moglie di Silvio Berlusconi, ha impugnato la sentenza che ha di fatto azzerato il suo assegno divorzile da 1,4 milioni di euro mensili e ha spiegato che “su richiesta di Silvio Berlusconi, ha rinunciato in giovane età alla carriera di attrice per dedicarsi interamente alla casa, alla famiglia e all’allevamento dei tre figli Barbara, Eleonora e Luigi. Una situazione da cui Berlusconi avrebbe tratto due vantaggi: ‘potersi dedicare più liberamente e intensamente alle molteplici attività imprenditoriali e ‘costruirsi un’immagine di capo di una famiglia felice, largamente sfruttata nella propria vita politica”.
A cura di Charlotte Matteini
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Qualche mese fa, l'ex first lady Veronica Lario si oppose alla sentenza che decretò l'azzeramento del suo assegno di mantenimento da 1,4 milioni di euro al mese, nonché la restituzione degli importi pregressi già incassati. Nel ricorso presentato dai legali della ex moglie di Silvio Berlusconi si leggono le motivazioni che hanno spinto la Lario a contestare la sentenza della corte d'appello di Milano, anticipate dall'agenzia di stampa RadioCor: "Veronica Lario, su richiesta di Silvio Berlusconi, ha rinunciato in giovane età alla carriera di attrice per dedicarsi interamente alla casa, alla famiglia e all'allevamento dei tre figli Barbara, Eleonora e Luigi. Una situazione da cui Berlusconi avrebbe tratto due vantaggi: ‘potersi dedicare più liberamente e intensamente alle molteplici attività imprenditoriali e ‘costruirsi un'immagine di capo di una famiglia felice, largamente sfruttata nella propria vita politica". Per questi motivi, l'ex consorte del leader di Forza Italia ha proceduto a opporre ricorso e a impugnare la sentenza emanata dai giudici della Corte d'Appello di Milano.

"In estrema sintesi, come ha potuto ricostruire l'agenzia Radiocor, essi contestano sia il nuovo orientamento inaugurato dalla famosa ‘sentenza Grilli‘, sia i calcoli effettuati sul patrimonio di Veronica Lario, su cui oltre al vizio di ‘omesso esame' – secondo i suoi avvocati – sono stati commessi ‘gravi errori di diritto' oltre che puramente tecnici. Per questo ‘è surreale e iniqua' l'ipotesi che la ex first lady, come invece stabilito dal tribunale di Milano, sia obbligata a restituire tre annualità del maxi assegno (circa 45 milioni) a Berlusconi ‘compresi gli importi da lei doverosamente versati al fisco e praticamente irrecuperabili'. E' proprio questo il punto che più preoccupa i legali della Lario i quali, infatti, chiedono alla Suprema corte ‘anche qualora non condividessero altri motivi di annullamento della sentenza del tribunale di Milano, quanto meno di cassare il capo relativo alla decorrenza della revoca dell'assegno divorzile, poiché quest'ultimo va considerato per sua natura ‘destinato al consumo anche indipendentemente dalla sua misura e irripetibile'", scrive il Corriere della Sera.

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