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Verona, risultati dell’autopsia sulla donna fatta a pezzi: “Colpita con forza alla testa”

Khadija Bencheikh, la marocchina di 46 anni uccisa e fatta a pezzi in una zona di campagna nel Veronese, è stata colpita più volte alla testa con un corpo contundente che ha provocato lesioni al cervello. È quanto filtra dagli esiti degli accertamenti effettuati sui pezzi del cadavere recuperati.
A cura di Susanna Picone
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Si chiamava Khadija Bencheikh la donna uccisa e fatta a pezzi in una zona di campagna a Valeggio sul Mincio (Verona). L’identificazione è stata possibile grazie alle analisi medico legali sul corpo ricomposto. La vittima, una marocchina di quarantasei anni che da una ventina di anni viveva in Italia e che da qualche tempo risiedeva a Verona, secondo quanto emerso dall’autopsia è stata colpita più volte violentemente alla testa con un corpo contundente non affilato che ha provocato lesioni al cervello. Gli accertamenti sono stati effettuati a Verona sulle diverse parti del cadavere recuperate dai Carabinieri nel campo. La morte, dunque, potrebbe essere avvenuta al termine di un litigio con una persona che la quarantaseienne conosceva.

Gli investigatori stanno scandagliando la vita sentimentale della vittima

Le indagini dei Carabinieri proseguono a tutto campo. Al momento gli investigatori stanno scandagliando la vita sentimentale della vittima, dall'ex marito all'attuale compagno, ma non trascurano eventuali frequentazioni recenti. Incensurata, la donna uccisa e fatta a pezzi apparentemente non aveva contatti con ambienti pericolosi o equivoci.

Cosa dice l'autopsia sui resti della marocchina

L'autopsia sui resti della donna avrebbe anche confermato che il cadavere è stato tagliato probabilmente con una sega circolare in vari pezzi che sono stati abbandonati in un uliveto frequentato abitualmente da animali selvatici. La speranza di chi ha ucciso, probabilmente, è che i resti della marocchina venissero cancellati. Se il cadavere non fosse stato scoperto subito, gli animali ne avrebbero fatto sicuramente scempio senza lasciare tracce. Da quanto si è appreso, i resti della donna erano stati disposti a semicerchio in un'area di 3-4 metri di diametro e appare certo che l'omicidio sia avvenuto altrove: sul terreno non c'erano infatti tracce di sangue.

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