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Verona, la foto virale del cartello al corteo femminista: “Non cammino ma vi sono vicino”

La foto della donna di 66 anni con il cartello “Non cammino ma vi sono vicino” apparso a Verona nel corso del corteo transfemminista tenutosi in risposta al tredicesimo Congresso mondiale delle famiglie: “Ho combattuto per i diritti della donna, come la 194, la legge sull’aborto, diritti acquisiti che non vanno toccati. Mai vista una cosa simile”.
A cura di Ida Artiaco
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"Non cammino ma vi sono vicino". Poche parole, scritte con il pennarello su un foglio A4, che però stanno facendo il giro del web: il cartellone è apparso a Verona durante il corteo transfemminista che sabato 30 marzo ha sfilato contro il contemporaneo evento del tredicesimo Congresso mondiale delle famiglie. La signora protagonista dello scatto, che è stato condiviso centinaia di volte sui social network, ha detto a Open che non si aspettava tanta notorietà. "Ho 66 anni – ha detto – e sono stata una fautrice di quei diritti. Sono andata sul balcone, con quel cartello, perché sentivo di doverlo fare, ma non voglio andare oltre per preservare la tranquillità dei condomini".

"Ho combattuto per i diritti della donna, come la 194, la legge sull'aborto, diritti acquisiti che non vanno toccati. Non mi interessano le questioni ideologiche come il ritorno al fascismo di cui si sente parlare, volevo dare il mio semplice contributo", ha concluso, sottolineando che "non avevo mai visto così tante persone sfilare tutte assieme per le strade di Verona". Il corteo di sabato 30 marzo è stato lanciato come risposta al Congresso delle famiglie, che si è chiuso con il grande corteo di domenica 31, a cui, secondo stime delle forze dell'ordine, hanno preso parte circa 10mila persone. Tra i partecipanti, alcuni militanti di Forza Nuova, che hanno esposto cartelloni con la scritta "Dio, Patria, Famiglia". La manifestazione è stata aperta da Massimo Galdolfini, fondatore del Family Day. Una delle sue due figlie, Maria, ha partecipato alla contromanifestazione del giorno precedente. "Mio padre vuole che io bruci all’inferno perché sono separata. Mi considera un mostro. Lui ritiene che la mia famiglia sia da nascondere, qualcosa di cui vergognarsi. Da lui non ho mai ricevuto amore. Io invece sono qui col mio compagno e con le mie figlie per far vedere quanto è bella la mia famiglia allargata. Io penso che Gesù Cristo ami gay, lesbiche, famiglie colorate, così come tutte le altre", aveva spiegato in una intervista.

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