71 CONDIVISIONI

Venezia sommersa nel 2100? Ecco perché alcune bellezze storiche italiane spariranno

Il risultato di una ricerca pubblicata su Nature Communications ha calcolato i rischi che corrono per erosione e sommersione i siti patrimonio dell’umanità UNESCO. L’Italia possiede il maggior numero dei beni patrimonio dell’umanità in pericolo: da Venezia alla Val di Noto, passando per le Cinque Terre e la città di Ferrara.
A cura di Laura Ghiandoni
71 CONDIVISIONI
Immagine

Nell'anno 2100 la laguna di Venezia sarà sommersa dal mare Adriatico. Non è scritto nell'ultimo libro di fantascienza uscito in libreria e non è neanche la trama dell'ultimo film americano. È il risultato di una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications, coordinata da Lena Riemann del Dipartimento di Geografia dell’Università di Kiel, in Germania. Lo studio ha controllato il rischi dei siti posti sulla costa marittima situati della zona mediterranea. Il pericolo, come ormai è noto, è causato dallo scioglimento dei ghiacci per effetto del surriscaldamento del pianeta, l'effetto del gas serra a cui avrebbe dovuto porre rimedio l’impegno sul clima, siglato da 55 stati del mondo a Parigi nel 2015.

La ricerca ha coinvolto i dati riguardanti i siti patrimonio mondiale Unesco incrociandoli con quelli del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico su cui è stato effettutato un calcolo del rischio di erosione e lenta inondazione delle coste. Il risultato è stato diviso in 4 livelli di pericolo in base alle zone più a rischio per offrire l'opportunità di valutare e priorizzare gli interventi che dovranno compiere gli enti nei quali i siti sono posti. La ricerca dimostra, che su 49 siti  patrimonio dell'umanità situati nella basta costa dell'area mediterranea, 37 sono a rischio di inondazione, una parte dei quali ha entrambe i problemi. Entro il 2100 il rischio che questi siti vengano sommersi sembra aumentare del 50%, invece la probabilità che si eroda quel pezzo di costa che li sostiene dovrebbe aumentare solo del 13%.

Dalla città di Rodi ad Olimpia, a Venezia, alle città barocche della Val di Noto, le Cinque Terre e Ferrara, alcune meraviglie esemplari del patrimonio italiano sono minacciate da una grave calamità. Un problema per niente naturale ormai purtroppo ben conosciuto sia dalla gente che dagli esperti: la questione dell'effetto serra e del surriscaldamento della crosta terrestre. Sono tredici i siti in Italia, dichiarati patrimonio dell’Unesco che entro la fine del secolo potrebbero sparire, cancellati dall’erosione delle coste o dalle inondazioni dovute all’innalzamento del mare. Il centro storico di Vicenza, Napoli, Ferrara, Ravenna, le Cinque terre, e poi Genova, Pisa, il sito archeologico di Pompei, la Costiera amalfitana, Siracusa, Venezia, il sito di Paestum e la Val di Noto.

L’Italia ospita il numero più alto di meraviglie a rischio. Tra le località italiane in pericolo, spicca al primo posto la città di Venezia, nonostante sia prevista la costruzione del sistema di barriere Mose che, una volta completato, dovrebbe evitare la catastrofe. Dopo l'Italia seguono la Croazia, con sei siti, e la Grecia con tre. Nella ricerca sono presi in considerazione i vari modi con cui sarebbe possibile salvaguardare e proteggere i nostri siti valutando anche l'ipotesi di rimuoverli per portarli in territori più sicuri, teoria che trova l'ostacolo in quelli che si sviluppano su un territorio più vasto. La ricerca, ad esplicita dichiarazione degli studiosi tedeschi, è stata strutturata per offrire uno strumento valido a chi è impegnato a legiferare sui territori su cui sono posizionati i gioielli del nostro passato storico, perché non venga dimenticato che è anche sulla tutela dell'ambiente che materialmente si fonda il nostro passato.

71 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views