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Vendono le fedi al compro-oro per 250 euro: “Dobbiamo far mangiare i nostri figli”

Dopo trent’anni di matrimonio, una coppia di Lecce è stata costretta a portare la fede nuziale ad un compro oro in cambio di pochi soldi necessari anche per pagare le bollette. In famiglia sono tutti disoccupati e gli unici aiuti arrivano dalla Caritas e dalla parrocchia.
A cura di Biagio Chiariello
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Per riuscire a pagare le bollette e dare da mangiare ai loro tre figli erano stati costretti a vendere le fedi nuziali. Una drammatica storia di indigenza quella che arriva  dal quartiere “167”, estrema periferia urbana di Lecce. 49 anni lui e 47 lei, sposati da quasi 30 e con tre figli maschi di 26, 20 e 10 anni e un mare di problemi economici a cui far fronte. In famiglia infatti nessuno ha un lavoro,  se non occasionalmente Il marito era impiegato un laboratorio di marmi che però qualche tempo fa ha licenziato tutti  i dipendenti. "Da allora faccio di tutto: giardiniere, traslocatore, eseguo piccole riparazioni. Ma sempre in modo saltuario". I servizi sociali del Comune sono assenti e Caritas, Comunità Emmanuel e la parrocchia San Massimiliano Kolbe fanno quello che possono per rendere meno dura l’esistenza di una famiglia che ogni giorno si fa sempre più complicata.

Il caso della famiglia leccese è stato reso noto dal Pronto soccorso dei poveri, ente che si occupa di persone in difficoltà, che ha lanciato una raccolta di alimenti ai cittadini di buon animo per sostenere la famiglia. "Ci hanno portato pane e pasta – racconta il padre di famiglia – almeno avremo qualcosa da mettere in tavola nei prossimi giorni". Tuttavia oltre al cibo, la famiglia ha dovuto far fronte pure alle bollette dell'energia elettrica, già staccata diverse volte, e il gas. E così la coppia è arrivata a portare le fedi a un compro oro. In cambio hanno ottenuto 250 euro che sono spariti in un baleno: "Il bonifico alla società del gas, un po' di spesa e un pantalone per il bambino e già non c'era più niente". La madre avrebbe voluto acquistare un vestito di carnevale al più piccolo. Purtroppo i soldi non sono bastati e il bimbo ha preferito non andare a scuola per evitare di essere l'unico senza costume.

Solo una settimana fa, una storia simile era arrivata da Rovigo: una coppia di sposi, poco meno che cinquantenni, entrambi rimasti senza lavoro, sostenuti con un minimo sussidio dal Comune, era stata costretta per tirare avanti con i figli a vendere tutto ciò che hanno in casa per sopravvivere. Alla fine era stato il prete, don Gianni Vettorelloche, con una colletta dei parrochiani, a ricomprarle. Ed ora, l'uomo ha pure un lavoro. Grazie alla sensibilità del Delta calcio Rovigo in collaborazione con la Hermes security, farà lo stewart allo stadio.

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