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Vasto, uccise 21enne che aveva investito la moglie: pena ridotta a 20 anni a Fabio Di Lello

I giudici della Corte d’Assise d’Appello de L’Aquila hanno rivisto la condanna a trenta anni inflitta in primo grado dalla Corte d’Assise di Lanciano e condannato Fabio Di Lello a 20 anni di reclusione per l’omicidio di Italo d’Elisa. “Lo Stato lo ha ucciso un’altra volta” ha dichiarato la madre della vittima.
A cura di Antonio Palma
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Pena ridotta di dieci anni in Appello per Fabio Di Lello, l'uomo che il 1 febbraio dello scorso anno uccise a colpi di pistola il ragazzo che aveva investito e ucciso la moglie a Vasto, il 21enne Italo d'Elisa. I giudici della Corte d'Assise d'Appello de L'Aquila infatti hanno rivisto la condanna a trenta anni inflitta in primo grado dalla Corte d'Assise di Lanciano e condannato il panettiere abruzzese a 20 anni di carcere. Per l'uomo la corte ha concesso le attenuanti generiche così come chiesto dalla difesa, rigettando quindi la richiesta della conferma alla massima pena sollecitata invece dal procuratore generale Pietro Mennini che sosteneva l'accusa e dai legali delle parti civili.

"Non c'è soddisfazione in una sentenza pur sempre di omicidio ma siamo felici per la comprensione della Corte che ha capito il dramma psicologico e umano di Di Lello anche rafforzata dalla perizia psichiatrica del giovane" , hanno dichiarato gli avvocati dell'imputata, aggiungendo: "Non ci può essere soddisfazione quando sono coinvolte a vario titolo tre famiglie. Abbiamo fatto il nostro dovere di avvocati e i processi si fanno in aula e non con gli articoli di giornale. Ora andremo in carcere a Lanciano a comunicare personalmente la notizia a Fabio". Il riferimento è anche alla famiglia di Roberta Smargiassi, la moglie di Di Lello  investita e uccisa mentre era alla guida di uno scooter.

Rabbia e incredulità per la sentenza invece da parte della famiglia di Italo d'Elisa, il ragazzo raggiunto freddato con tre colpi di pistola davanti a un bar mentre era in bici. "Lo Stato lo ha ucciso un'altra volta invece di stare vicino alle  persone che vi si affidano per essere protette dalla giustizia" ha urlato la mamma Diana Cupaiolo mostrando tutto il suo dolore per la sentenza del tribunale. A rincarare la dose anche Andrea e Alessandro d'Elisa, fratelli di Angelo, padre di Italo. "Siamo rimasti esterrefatti: come si fa a pronunciare una sentenza del genere che dà un colpo di grazia alla giustizia?" hanno dichiarato all'Anda, aggiungendo:  "Lo stato di diritto deve essere rispettato. I difensori di Di Lello hanno sfidato le istituzioni che dopo questa sentenza si dimostrano deboli. Di Lello ha ucciso Italo e ora che fanno? Gli danno un premio riducendogli la pena". "Come si fa a concedere le attenuanti generiche per l'uccisione a colpi di pistola di un bambino che andava in bicicletta? Questa sentenza è un messaggio negativo per tutti i giovani. Italo è morto e nessuno può più fargli del male, ora però a morire è stata la giustizia.  Un atteggiamento che non riusciamo a capire è sicuramente un disvalore" hanno aggiunto gli zii di Italo. La famiglia del 21enne ora si prepara al terzo grado di giudizio con il ricorso in Cassazione.

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