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Valentina Ok e quel manifesto che non la riconosce

L’identità che Valentina OK si è conquistata in vita con le sue battaglie e la sua arte viene ridotta ad avanspettacolo dal manifesto funebre. E nel mondo LGBT è polemica, Daniela Lourdes Falanga (Arcigay): “La colpa è dello Stato italiano”.
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L'identità che Valentina OK si è conquistata in vita con le sue battaglie e la sua arte viene ridotta ad avanspettacolo dal manifesto funebre. E nel mondo LGBT è polemica, Daniela Lourdes Falanga (Arcigay): "La colpa è dello Stato italiano".

Quanto stona il manifesto funebre di Valentina Ok, la celebre cantante neomelodica, nota per essere stata la prima transessuale ad essersi imposta nell'ambiente neomelodico, tra feste di piazza e ricevimenti. Uno starsystem che nella prima metà degli anni '90 non brillava di certo per storie e concetti come integrazione ed uguaglianza. E così, dopo aver sconfitto l'omofobia e tutte le resistenze a colpi di hit "glocal", diventando simbolo della diversità napoletana ed arrivando fino a John Turturro che la volle nella sua "Passione", Valentina riceve un'ultima grande delusione nel suo manifesto funebre."Si è spenta all'età di 46 anni la cara esistenza di ADORATO CIRO in arte VALENTINA OK". 

Nata come Ciro Adorato, Valentina da un punto di vista legale non aveva cambiato sesso. Quel manifesto, però, è un pugno nello stomaco per quelle che sono state le sue battaglie e la sua arte: la sua identità conquistata è stata ridotta come fosse avanspettacolo. E fa male. E la comunità LGBT campana sta in queste ore polemizzando sui social network con questa scelta che non rende giustizia e non rispetta quello che è l'artista e la donna che Valentina ha scelto di essere nella vita terrena. È Daniela Lourdes Falanga dell'Arcigay di Napoli a manifestare sconcerto e a lasciare una riflessione che apre il dibattito su Facebook:

Non oso giudicare le scelte familiari, non conosco i loro accordi d'affetto, ma critico fermamente chi non permette un'esistenza e una morte dignitosa, chi rifiuta di sostenere un'esistenza secondo le proprie volontà, chi non garantisce un cambiamento culturale necessario: lo Stato italiano.

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