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Vaccini, Farmindustria: “Le case farmaceutiche aumenterebbero i loro guadagni se non ci fossero”

Accusate di cinismo dai militanti no-vax, le cause farmaceutiche guadagnerebbero 16 o 17 euro per ogni euro in meno dovuto ai vaccini non fatti. Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, durante le Giornate del lavoro della Cgil a Lecce, ha spiegato perché si guadagnerebbe di più curando le malattie, invece che prevenendole.
A cura di Chiara Caraboni
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Se le aziende farmaceutiche pensassero solo a guadagnare, allora vorrebbero un' Italia no-vax", ha dichiarato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, l'associazione delle imprese del farmaco, durante le Giornate del lavoro della Cgil a Lecce. La spiegazione di quanto affermato prende forma dai numeri: “Per ogni singolo euro guadagnato in meno per vaccini non fatti le aziende guadagnerebbero 16 o 17 euro per i farmaci necessari per curare malati”, ha spiegato Scaccabarozzi. Quello che intende puntualizzare è che da parte delle aziende farmaceutiche, accusate di “essere ciniche” da chi porta avanti la battaglia no vax, in realtà c’è la volontà di “democrazia e diritto alla buona salute per tutti e ovunque nel Paese. Di questo abbiamo bisogno”. Ha poi continuato:

La buona salute è un diritto con molti significati. La ricerca e l'innovazione sono ‘buona salute'. Così come lo sono la sostenibilità del sistema, la crescita economica e la possibilità di offrire lavoro di qualità. Grazie anche alla ricerca farmaceutica abbiamo guadagnato, dagli anni Cinquanta, tre mesi in più ogni anno. Con costi dei farmaci per il servizio sanitario nazionale inferiori alle media europea.

Cosa prevede oggi la normativa sui vaccini

Con un emendamento nel decreto Milleproroghe, approvato negli scorsi giorni alla Camera, l'obbligo vaccinale non viene cancellato, ma si conferma la possibilità di ricorrere all'autocertificazione anche per l'anno scolastico appena iniziato. La verifica degli inadempienti è di nuovo posticipata al 10 marzo del prossimo anno. In questo modo, possono entrare in classe tutti quei bambini che non hanno comprovato con libretti alla mano l'avvenuta vaccinazione o la presa d’appuntamento con il centro vaccinale. In sostanza, resta valido lo strumento dell’autocertificazione. Il prossimo 10 marzo, però, i genitori dovranno dimostrare alle scuole l’avvenuta vaccinazione. Le autocertificazioni false saranno passibili di tutte le sanzioni previste: dalla multa all’esclusione dei bimbi dalla frequentazioni di nidi e asili. Per quanto riguarda la scuola elementare, invece, eventuali inadempienze comporteranno solo la sanzione, ma non impediranno la frequentazione dell’anno scolastico.

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