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Va dal parrucchiere: ne esce con un ictus e una paralisi. Il dramma di Adele

Il marito le aveva offerto un trattamento da 200 sterline per taglio e colore dei capelli da consumare in un salone di bellezza di Glasgow. La donna ora ha chiesto un risarcimento da 1 milione di sterline. L’ennesimo esempio della “sindrome da parrucchiere” che ha già colpito altre volte.
A cura di B. C.
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Si era recata dal parrucchiere per farsi tagliare i capelli e per una tintura grazie a un trattamento da 200 sterline offerto da suo marito. Ma da quel salone di bellezza di Glasgow, in Scozia, ne è uscita con un ictus ed una paralisi che le hanno rovinato la vita. Oggi, a due anni da quel giorno di aprile del 2016, Adele Burns, 47enne scozzese, ha deciso di portare in tribunale i responsabili del Rainbow Rooms, chiedendo un risarcimento di un milione di sterline, visto che finora le sue richieste sono rimaste inascoltate.

Il medici dell’ospedale in cui è stata ricoverata, hanno dichiarato che l’ictus è stata una conseguenza diretta di quel trattamento durato ben 5 ore, durante il quale i capelli della donna sono stati lavati 6 volte. Pare inoltre che durante il lavaggio, la testa di Adele sia stata infilata più volte ed in modo poco delicato in un lavandino inadeguato e senza protezioni di gomma. Tra i continui lavaggi e la poca delicatezza, la 47enne ha subito ripercussioni al collo ed un coagulo di sangue: il risultato è stato l’ictus e la paralisi. Una volta uscita dal salone di bellezza, Adele ha iniziato a lamentare un forte mal di testa ed un senso di inappetenza.

Il giorno dopo le cose sono peggiorate: la vista ha cominciato ad annebbiarsi e i capogiri sono stati sempre più forti. Ad un certo punto è svenuta e al risveglio non è più stata in grado di parlare e di muoversi. A trovarla è stato il marito Campbell, 52 anni. Portata subito in ambulanza al St John's Hospital di Livingston, ad oggi Adele non può più lavorare né guidare. In tutto ciò, i Burns, che hanno due figli, hanno dovuto vendere la propria casa per pagare le spese delle cure.

“L'ictus non mi ha isolato solo dalla società – dice Adele – ma dal mio stesso corpo, ha cambiato la mia vita e quella di chi mii circonda, visto che mi ha rubato l'indipendenza. Campbell è il mio migliore amico, e io non ho parole per esprimere la mia gratitudine per tutto ciò che fa per me. Ma quello che mi è successo era evitabile, e sono sicura che anche i titolari del salone lo sappiano: dovrebbero vergognarsi. Non voglio che nessun altro possa provare quello che è accaduto a me: ecco perchè li ho portati in tribunale e ho chiesto quel risarcimento” continua la donna.

“Mi si spezza il cuore quando penso che non potrò mai risolvere il problema di mia moglie – dice il marito – I titolari del salone dovrebbero vergognarsi non solo per quello che hanno fatto all'epoca, ma per quello che stanno facendo ancora oggi non riconoscendo le proprie responsabilità e costringendo Adele a un'azione legale stressante ed evitabile”.

Ed ora si prospetta una dura battaglia in tribunale. “Abbiamo una serie di documenti che dimostrano quanto la signora non fosse in alcun modo predisposta all’ictus: nella sua famiglia non si è mai dimostrato un evento di simile portata – ha dichiarato Jennifer Watson, uno dei legali della donna – tuttavia il caso della signora Burns non è affatto l’unico: si sono già verificati diversi episodi analoghi in giro per il mondo. La causa intentata da Adele deve servire anche per far sì che il problema sia riconosciuto e gli addetti ai lavori adottino misure efficaci di prevenzione”.

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