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Va a un concerto rock e si rovina l’udito: dopo 3 mesi di sofferenze si suicida

Glen Mitchell, 53 anni, ex vigile del fuoco inglese, si era visto diagnosticare un acufene dopo aver ascoltato un gruppo live in un pub di Northampton. Da quel giorno la vita dell’uomo è cambiata per sempre. Ha cominciato a sentire ronzii notte e giorno e soffrire di allucinazioni. Alla fine si è ucciso.
A cura di B. C.
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“Tutto è iniziato quando siamo andati in un pub per assistere ad un concerto di musica live. C’era un gruppo di musica rock, ma facevano così rumore che siamo stati costretti ad uscire dal locale”. Linda Mitchell, 45enne di Duston, nel Northampton in Inghilterra, ha voluto ricordare come è cominciato il calvario di suo marito Glenn, colpito da acufeni che alla fine lo hanno portato alla morte. Sono passati quattro anni dalla scomparsa dell’uomo. Per mesi e mesi l’uomo ha sentito strani ronzii nell'orecchio, suoni che udiva solo lui, ma anche allucinazioni acustiche che non lo abbandonavano mai. Una sofferenza così esasperante da compromettere la sua salute mentale, Glenn avrebbe tentato il suicidio per due volte: la prima volta è stato salvato dall'intervento proprio della moglie Linda, la seconda, purtroppo, ci è riuscito. Erano passate 12 settimane da quel concerto.

“Io e Glen abbiamo avuto una vita felice, siamo stati sposati per dieci anni, ma eravamo insieme da 22. Era un uomo gioioso, sano, divertente e amorevole, lavorava molto ed era in piena forma. Tutto è crollato così rapidamente che è difficile comprendere cosa sia successo” racconta la donna. “Quando siamo usciti dal pub sono cominciati i ronzii e i dolori che da quel momento non lo hanno più abbandonato e lo hanno portato all'esaurimento: tutto ciò, abbinato all'ansia provocata dal pensiero che gli acufeni non sarebbero mai spariti, hanno provocato un rapido declino della sua salute mentale” dice affranta Linda. “Quando siamo andati dal nostro medico siamo stati liquidati velocemente senza ottenere alcun sostegno o consiglio su come curare l'acufene e l'ansia. Tutti sembravano disinteressati alla questione e l'unica cosa che ci siamo sentiti dire anche da altri dottori è che bisognava adattarsi, andare avanti e cercare di convivere con questa condizione: ci siamo sentiti molto soli”, dice ancora.

Linda fa poi un appello: “Voglio che la gente e il sistema sanitario capiscano l'entità del problema, perché gli acufeni possono rivelarsi devastanti sia fisicamente che mentalmente. Sono furibonda per il modo in cui il caso di Glen è stato affrontato, non abbiamo ottenuto il sostegno necessario. Il fatto che un uomo come lui, pieno di vita, sia potuto arrivare a quel punto in modo così rapido è devastante. Per questo mi sono impegnata nel sostenere l'attività dei medici nel campo degli acufeni per tentare di migliorare le cure nei confronti dei pazienti”, conclude Linda che ha aderito alla campagna "Share Your Sound" promossa dalle Associazioni britanniche dell'acufene (BTA).

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