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Strage di Ustica

Ustica, beffa ai parenti delle vittime: “Dagli archivi carte sparite e documenti inutili”

Dai tanto annunciati archivi desecretati non è venuta fuori alcuna verità: solo documenti inutili. “Le carte importanti sono sparite” denunciano i familiari delle vittime di Ustica.
A cura di Antonio Palma
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L'apertura degli archivi di stato poteva e doveva essere il passo finale e decisivo verso la verità sulla terribile strage di Ustica del  27 giugno 1980 quando un aereo di linea, un Dc9 Itavia in volo da Bologna a Palermo, si squarciò in volo all'improvviso e cadde in mare con tutte 81 persone a bordo, tutte morte. Quegli archivi invece sono stati solo l'ultima beffa ai parenti delle vittime della tragedia.  Dagli archivi desecretati infatti non è venuta fuori alcuna verità concreta: solo documenti inutili che hanno richiesto mesi di studio perché non digitalizzati e che raccontato eventi e dati già ampiamente noti mentre i documenti più importanti sono spariti.

A lanciare il nuovo grido di rabbia dei familiari delle vittime della strage di Ustica è ancora Daria Bonfietti, che nel 1988 aveva costituito, divenendone presidente, l'Associazione dei Parenti. "Avevamo molto sperato che la direttiva Renzi potesse davvero portare alla desecretazione di documenti che avrebbero potuto dirci chi c'era quella notte in cielo e in mare, consentirci finalmente di ricostruire uno scenario reale ma posso solo esprimere tutto il nostro sconcerto per un Paese che non è in grado di custodire la documentazione prodotta" ha spiegato Bonfietti a Repubblica alla vigilia del 37esimo anno dalla strage

Ne mirino dei parenti delle vittime di Ustica il comportamento dei ministeri interessati e delle forze armate che in tutto questo tempo non hanno depositato alcun documento valido. Tre anni dopo la direttiva Renzi che dispone la desecretazione degli atti sulle stragi degli anni '60-'70-'80 – il ministero dei Trasporti non ha depositato nulla se non qualche atto già noto della commissione Luttazzi. Alle nostre pressanti richieste gli uffici hanno risposto che non c'è ombra di documentazione alcuna e che non hanno neanche idea di dove dovrebbero essere i loro archivi" ha sottolineato con rammarico Bonfietti

"Non c'è nulla dell'aviazione civile né del gabinetto del ministro dei Trasporti, lo Stato maggiore della Marina non porta nessun documento dal 1980 al 1986, in prefettura a Bologna non è stato depositato nulla. Per non parlare della beffa dei documenti dei Servizi segreti:solo un'enorme rassegna stampa e schede sui giornalisti che scrissero articoli sul caso. E con i nomi in chiaro. Invece di indagare su quel che accadde quella notte, i nostri Servizi indagarono sui giornalisti" ha aggiunto l'ex senatrice

"Sembra incredibile che al ministero dei Trasporti nessuno sia in grado di dire dove sia la documentazione della Marina e dell'Aviazione dal giugno 80 in poi. Loro si appellano alla sciatteria della tenuta degli archivi, ma le carte non si muovono da sole. Se sono sparite qualcuno deve averlo fatto. E oggi deve essere chiamato a risponderne. Per questo oggi chiediamo che il governo faccia dei passi politici. Si ordini un'ispezione interna e si individuino le responsabilità" è la richiesta di Bonfietti che conclude: "Sentenze definitive sia penali che civili hanno messo nero su bianco che il Dc9 fu abbattuto da un missile in uno scenario di guerra e hanno condannato i ministeri italiani a risarcire i familiari delle vittime per non aver saputo garantire la loro sicurezza e aver nascosto la verità. Resta un grande vulnus nelle indagini, quello di riuscire a mettere una targa a quegli aerei".

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