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Usa, febbre alta e rigonfiamenti dopo il graffio di un gatto: cos’è la febbre dei conigli

Ha contratto la febbre dei conigli dopo essere stato graffiato dal suo gatto, a sua volta affetto da leucemia felina: il caso di un uomo del Missouri di 68 anni è finito sul New England Journal of Medicine. Ecco i sintomi della patologia e come è stato curato.
A cura di Ida Artiaco
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Febbre alta e poi strani rigonfiamenti sul viso e sul collo. È successo ad uomo americano del Missouri, di 68 anni, che si è immediatamente rivolto al suo medico di fiducia. Dopo una serie di analisi approfondite, è arrivata la diagnosi: il paziente aveva contratto la cosiddetta "febbre dei conigli". È stato, cioè, infettato da francisella tularensis, un batterio che provoca la tularemia ghiandolare, come è chiamata questa patologia in gergo medico. A contagiarlo è stato il graffio del suo gatto malato di leucemia felina. Come racconta il New England Journal of Medicine, che ha reso noto il caso poco dopo aver pubblicato la vicenda di un uomo sudcoreano a cui hanno amputato una mano dopo aver mangiato il sushi, i sintomi si sono manifestati due giorni dopo il decesso dell'animale domestico, ma sono peggiorati nell'arco dei due mesi successivi, fino a quando l'uomo non ha chiesto aiuto degli specialisti.

"È probabile che il batterio sia stato trasmesso attraverso un graffio o un morso mentre l'uomo faceva le punture per curare il suo gatto", hanno spiegato i medici nel rapporto. In realtà, la "febbre dei conigli" è una malattia molto rara negli esseri umani, con circa 100-200 casi negli Stati Uniti ogni anno, trasmessa generalmente da topi, conigli, scoiattoli e lepri a loro volta infetti, qualora vengano a contatto con la pelle umana. Il paziente in questione è stato trattato con doxiciclina per 4 settimane e i rigonfiamenti sono migliorati nel giro di 5 giorni per poi risolversi definitivamente in 3 settimane. È probabile che il suo gatto abbia contratto l'infezione attraverso il consumo di prede infette.

Trasmissione e sintomi della febbre dei conigli

Oltre che dal morso o dalla puntura di diversi artropodi come tafani, pulci e zecche, dunque, la trasmissione della febbre dei conigli avviene attraverso contatto diretto con animali infetti, il consumo della loro carne poco cotta, l'inalazione di particelle infettive (ad esempio, durante la falciatura dei campi) e l'ingestione di acqua contaminata. Il periodo di incubazione va in genere da uno a quattordici giorni1-14 giorni, e si manifesta con sintomi come febbre alta, dolori muscolari, difficoltà a deglutire, rigonfiamenti dei linfonodi. Una volta effettuata la diagnosi, la malattia viene curata con trattamento antibiotico. Se il trattamento è immediato, si evita l'evoluzione in  forme che potrebbero essere anche letali nei pazienti più a rischio.

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