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Unioni civili, il mondo cattolico si spacca sul ddl Cirinnà e su un nuovo Family Day

La Conferenza Episcopale Italiana prova a bloccare un nuovo Family Day contro la legge sulle unioni civili, insorgono i rappresentanti delle associazioni e dei media cattolici.
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Uno scontro così lacerante nel mondo cattolico italiano non si vedeva da anni. Oggetto del contendere è il ddl Cirinnà sulle unioni civili, che sarà discusso in Parlamento nella seconda metà di gennaio. Un provvedimento che divide le realtà associative del mondo religioso: da una parte, quelle che fanno della lotta al disegno di legge fortemente voluto dall’ala sinistra del Partito Democratico il proprio principale cavallo di battaglia; dall’altra chi invece ritiene che la priorità sia quella di puntare a maggiori finanziamenti a favore delle famiglie piuttosto che su un tira e molla ideologico che verta sul tema “unioni di fatto sì – unioni di fatto no”. Reversibilità pensionistica per il partner omosessuale, stepchild adoption, la possibilità che la legge spiani la via ad una legalizzazione dell’utero in affitto sono i punti maggiormente “caldi” di una normativa che a tanti cattolici proprio non va giù, ma c’è anche chi è disponibile a forme di mediazioni.

Ad accendere la miccia una intervista al settimanale Vita del neopresidente del Forum delle Associazioni Familiari, l’ex responsabile della famiglia della giunta romano a guida Gianni Alemanno e leader del “movimento dei passeggini” Gigi De Palo. “Il Family day – aveva dichiarato De Palo nei giorni scorsi – è stato uno dei più grandi fallimenti che abbia visto. Io nel 2007 ero in piazza, convintissimo di esserci, però non posso prendere atto, dopo quasi 10 anni e con 4 figli in più, che ancora non siamo riusciti ad ottenere un fisco più equo… Due milioni di famiglie in piazza, che chiedevano un fisco più equo: che risultati ha prodotto?” Apriti cielo. De Palo si è beccato le serissime reprimende di quanti stanno organizzando un nuovo Family Day per contrastare il ddl Cirinnà. Il dito non è puntato solo contro di lui, ma contro colui che è ritenuto essere il suo “mandante”: il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Nunzio Galantino. Lo stesso Galantino che aveva cercato di frenare lo svolgimento di una grande manifestazione di piazza per difendere la famiglia “tradizionale”, con scarsi risultati: migliaia di persone avevano comunque affollato piazza San Giovanni in Laterano, a Roma, lo scorso 20 giugno.

L’atto di accusa a monsignor Galantino è durissimo ed è messo nero su bianco da Riccardo Cascioli, su La Nuova Bussola Quotidiana, forse il più importante sito web cattolico italiano, in un articolo intitolato “Galantino muove le pedine contro un nuovo Family Day”. Cascioli ricorda che il segretario generale della Cei “aveva tentato già di bloccare in tutti i modi la manifestazione del 20 giugno, aveva convocato i leader di movimenti e associazioni blandendo e ricattando, aveva fatto fuoco e fiamme contro gli organizzatori, aveva dato anche interviste per sconfessare l’iniziativa a nome dei vescovi italiani (senza averne il titolo). Ma, preso in contropiede, ha dovuto subire un grave smacco: quel milione di persone festose in Piazza San Giovanni sono state la risposta più chiara ai nuovi clericali, oltre che a governo e Parlamento. Allora, in previsione di altre probabili puntate, monsignor Galantino ha cominciato a prepararsi nell'ombra: intanto in questi mesi ha di fatto “commissariato” tutti gli organismi laici legati alla CEI, non tanto per ideale quanto per dipendenza pecuniaria.” Segue elenco di personalità di primo piano del mondo cattolico messe letteralmente alla porta dal monsignore proprio negli ultimi mesi.

Rincara la dose Filippo Savarese, uno dei portavoce di Generazione Famiglia Italia, tra i più attivi oppositori della legge sulle unioni civili: “Vino nuovo in otri nuovi". Non vale solo per la politica. Sì può affrontare seriamente l'argomento, oppure si può accusare una vera marea di famiglie (che il Forum vorrebbe rappresentare) di deriva ideologica, sol perché si difendono i fondamenti di qualsiasi discorso sulla famiglia stessa, compreso quello fiscale. I principi si chiamano così perché vengono prima. Di tutto.”

Ci va già pesante anche il direttore de La Croce, Mario Adinolfi, ormai diventato un vero e proprio testimonial dei cattolici più intransigenti sul tema: “Provai ad avvertire per tempo, non mi sorprende certo oggi la tempistica della sua intervista. Tutto già scritto e tanta solidarietà a Gigi De Palo, lo sappiamo che è solo una pedina mossa su una scacchiera, anche se questa mossa è veramente vile. Nel momento in cui la battaglia è durissima e definitiva perderemo per il fuoco amico e per il tradizionale opportunismo della classe dirigente del cattolicesimo italiano. Il Family Day è stata la più grande manifestazione spontanea, popolare, controcorrente della storia italiana. Chi sputa su quella piazza si qualifica per quel che è. Orgoglioso di averne fatto parte, nel 2007 e nel 2015, con buona pace di Repubblica e dei camerieri.”

Nelle ore seguenti De Palo, pur rimanendo sulle sue posizioni, ha provato a gettare acqua sul fuoco, richiamando tutti alla calma, senza ottenere granchè.  “Il Forum – ha chiosato –  è contro questo ddl per come è scritto e non solo farà sentire la sua voce, ma intende rilanciare. Le priorità sono le famiglie italiane e non i diritti senza doveri di alcuni. Stepchild adoption e affido rinforzato? Noi siamo dalla parte del più debole, sempre. Dalla parte dei bambini e delle donne costrette ad affittare il loro corpo. Quali sono le priorità? Per noi un Paese serio che pensa al futuro, mette al primo posto le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese.”

Intanto la macchina organizzativa di un nuovo Family Day è già in moto. Visto che la discussione del ddl Cirinnà in Parlamento inizierà il prossimo 26 gennaio, le associazioni proveranno a portare in piazza centinaia di migliaia di persone per protestare il prossimo 30 gennaio, anche se la data non è ancora ufficiale. Lo faranno a prescindere anche se non dovesse arrivare la benedizione della Conferenza Espiscopale Italiana, ed anzi, sono disposte a scendere in campo anche in opposizione ad essa. Sembrano ormai lontanissimi i tempi in cui prima il cardinale Camillo Ruini e poi il cardinale Angelo Bagnasco, alla guida dei vescovi italiani, guidavano, con pugno deciso e la sicurezza di essere seguiti, il variegato mondo dell’associazionismo cattolico del Belpaese.

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