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Elezioni politiche 2018

Una legislatura di inesperti: oltre il 75% dei candidati non ha alcuna esperienza parlamentare

Tantissimi candidati privi di esperienza parlamentare nelle liste presentate dai partiti di ogni schieramento. Nei collegi uninominali, gli outsider sono il 75%, mentre nei listini proporzionali si arriva al 79%. il 65% degli elettori dichiara di non conoscere neppure il nome dei candidati nel proprio collegio uninominale.
A cura di Charlotte Matteini
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Il prossimo parlamento sarà per la quasi totalità composto da outsider, da politici alla prima esperienza parlamentare. A rilevarlo è un recente report diffuso dall'Istituto Cattaneo, dal quale si evince che nella prossima legislatura ben il 75% dei candidati nei collegi uninominali risultano essere privi di esperienza parlamentare, mentre si sale al 79% per quelli posizionati nei listini proporzionali. Il rinnovamento generazionale, dunque, nella prossima legislatura sarà ancor più palpabile rispetto a quella che sta volgendo al termine e che già vide il 66% degli eletti alla prima esperienza politica, complice anche l'entrata in scena del Movimento 5 Stelle. Per quanto riguarda il tasso di rinnovamente vero e proprio, però, si dovrà attendere il risultato ufficiale delle urne e la proclamazione degli eletti, perché al momento non è dato sapere chi realmente potrà finire in parlamento e per quanto riguarda, per esempio, le candidature nei listini proporzionali, gli outsider risultano spesso piazzati in posizioni defilate e dunque difficilmente eleggibili.

Secondo quanto analizzato dall'Istituto Cattaneo, come riporta Linkiesta, per quanto riguarda i collegi uninominali "spiccano le percentuali di rinnovamento tra le liste di Liberi e Uguali e Movimento Cinque stelle: con un tasso di debuttanti pari rispettivamente al 92 per cento e all’86 per cento. Percentuali che scendono al 57,5 per cento nel caso del centrosinistra. E poco di più nel centrodestra, che nei 346 collegi uninominali schiera 261 esordienti. In questo caso c’è però una spiegazione, raccontano gli esperti. Centrodestra e centrosinistra controllano già un numero di seggi sicuri. Possono candidare i dirigenti con maggiore esperienza dove sanno di avere più chance di vittoria, insomma. Lasciando agli ultimi arrivati le sfide più difficili. È lo stesso motivo che spiega l’alta percentuale di novità tra i candidati di LeU. Sapendo che quasi ovunque sarà impossibile conquistare un seggio, la lista di sinistra si può permetter di candidare i volti meno noti". I candidati all'uninominale che risultano avere alle spalle 5 o più legislature sono pochissimi e Pier Ferdinando Casini, se sarà eletto, sarà a quota 10 legislature in parlamento. Massimo D’Alema, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri, Emma Bonino e Roberto Calderoli, raggiungerebbero invece tutti l'ottava legislatura. 

Andando ad analizzare i listini proporzionali presentati dai vari partiti, la percentuale di outsider tocca il 79% e sono ben 1561 su 1979 i candidati senza esperienza parlamentare. Come anticipato, la gran parte dei "principianti" risulta candidata in posizioni ineleggibili, dunque la percentuale di inesperienti calcolata dall'Istituto Cattaneo potrebbe mutare all'indomani del voto. Per quanto riguarda le mere candidature in lista, Fratelli d’Italia ha schierato il 95 per cento di candidati esordienti, la Lega il 93 per cento e Liberi e Uguali l’85 per cento. Nei collegi plurinominali ci sono in totale una quarantina di parlamentari di lungo corso, ovvero quelli che hanno almeno 4 legislature alle spalle.

Il problema che rilevano alcuni sondaggisti è soprattutto uno: moltissimi elettori non conoscono i candidati che andranno a votare e non hanno nemmeno la possibilità di fare un raffronto con precedenti esperienze parlamentari svolte dagli stessi. Come rileva sempre Linkiesta, "l’introduzione dei collegi uninominali doveva riavvicinare i cittadini alla politica, ma rischia di allontanarli ancora di più. Questa campagna elettorale dà visibilità solo ai leader e ha tolto dalla scena i candidati meno noti. E così il 65 per cento di chi andrà alle urne, oggi ammette candidamente di non sapere neppure il nome dei candidati presenti nel proprio collegio uninominale. Lo rivela un sondaggio SWG per il Messaggero: il 20 per cento degli elettori conosce il candidato che voterà. Solo il 4 per cento sa chi sono i candidati dei principali partiti che troverà sulla scheda elettorale".

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