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Un milione di firme per chiedere all’UE di abolire l’allevamento in gabbia

È stata presentata e inaugurata alla Camera dei Deputati la mostra che descrive la campagna europea “End the Cage Age”, movimento per l’abolizione dell’utilizzo delle gabbie negli allevamenti intensivi. La coalizione unisce più di 130 associazioni di tutta l’Unione europea, 19 solo in Italia. Il taglio del nastro è stato fatto dal ministro della Salute Giulia Grillo, ma sono intervenute, oltre ai promotori, altre forze politiche a sostegno: l’eurodeputata Eleonora Evi, la deputata Ilaria Fontana e la senatrice Loredana De Pretis.
A cura di Chiara Caraboni
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Stop all’uso delle gabbie negli allevamenti. Oggi è stata presentata alla Camera dei Deputati l'iniziativa “End the Cage Age”, che accosta la campagna europea per chiedere l’abolizione definitiva dell’uso delle gabbie negli allevamenti degli animali. Oltre alle associazioni aderenti, 19 quelle a creare la rete in Italia, hanno partecipato al lancio ufficiale del progetto anche l’eurodeputata Eleonora Evi, la deputata Ilaria Fontana e la Senatrice Loredana De Petris, per dimostrare la vicinanza delle forze politiche italiane a questa iniziativa. A tagliare il nastro rosso e inaugurare la mostra invece, è stato il ministro della Salute Giulia Grillo.

L’obiettivo è quello di raggiungere, in territorio europeo, un milione di firme nel giro di un anno così che la Commissione europea possa prendere in considerazione il tema ed esprimere un parere. Al momento, le 19 associazioni italiane insieme altre 130 europee hanno già raggiunto la quota di 100mila sottoscrittori nel giro di un mese. Il movimento "End the cage age" lotta affinché l’utilizzo delle gabbie venga eliminato, perché riconosciuto da loro come “una barbarie istituzionalizzata e del tutto anacronistica”. In Italia, circa 50 milioni di animali da allevamento, come galline, scrofe, conigli e quaglie sono costrette a vivere in gabbie dalle dimensioni ristrette che non permettono loro di svolgere azioni naturali come, per le galline, il dispiegare le ali.

È ora di superare questo sistema di trattamento che infligge solo sofferenze agli animali. Sappiamo della possibilità di ricorrere ad alternative e quindi si può e si deve fare. Il Trattato di Lisbona definisce gli animali come esseri senzienti e, dunque, è nostro compito tutelarli”, ha detto durante la conferenza l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Eleonora Evi. È proprio su questo che il movimento europeo si concentra: la convinzione che gli animali siano esseri senzienti e che quindi sia necessario non solo tutelarli, ma anche rispettarli.

Non si è parlato però solamente della salute degli animali, ma anche di quella degli esseri umani: gli allevamenti intensivi sono causa di inquinamento ambientale, ma hanno conseguenze anche sulla salute pubblica per fenomeni come quello della resistenza agli antibiotici, hanno spiegato. Come riportato dall'eurodeputata infatti, gli innumerevoli antibiotici somministrati agli animali per superare le infezioni dovute alle condizioni igieniche in cui vivono, provocano in loro una resistenza ai medicinali, resistenza che viene trasferita anche agli esseri umani: "Il 71% degli antibiotici venduti in Italia è destinato agli allevamenti", ha sottolineato in seguito Piergiorgio Giacovazzo.

È intervenuta anche l’On. Ilaria Fontana: “È indubbiamente una sfida di grande civiltà: l’obiettivo è migliorare le condizioni in cui sono allevati gli animali e incentivare il passaggio all’utilizzo di sistemi più sostenibili e dignitosi. Possiamo farcela, ce la dobbiamo fare. Penso che sia un dovere delle istituzioni rispondere a un’esigenza che è dei cittadini europei. È un onore per me rappresentare oggi il Movimento 5 Stelle in questo lancio della campagna, perché è veramente un dovere morale di ogni cittadino mettere questa firma. Ci sono delle alternative alle gabbie che sono sostenibili, dobbiamo anche pensare al benessere animale a 360°: si parla di benessere animale, ma anche umano, di salute e di ambiente. Non è solo circoscritto, si è arrivati a un punto in cui è doveroso iniziare a parlarne. In Italia appoggeremo la campagna, e informeremo perché è fondamentale insieme all’educazione, perché può portare a un cambio di concetto dell’animale in sé. Ai bambini bisogna insegnare che l’animale è un essere senziente come lui, che sente dolore, che può piangere: se si parte dai bambini abbiamo la speranza di riuscire a fare la differenza tramite l’etica. Una buona conoscenza porta inevitabilmente a scelte etiche.

La petizione è sostenuta anche dalla senatrice Loredana De Petris di Liberi e Uguali, la quale evidenzia quanto sia fondamentale che la Commissione Europea metta al bando la crudeltà delle gabbie. "Siamo nelle condizioni giuste, perché vi è una fortissima sensibilità e si comprende molto di più di ieri il fatto che la produzione di cibo, l'agricoltura, abbia un valore economico ma anche etico, di responsabilità. Spiegare bene che riguarda anche la nostra salute, non sarà una battaglia facile. Un milione di firme è il primo traguardo che vedo superabile, ma le lobby sono potentissime, gli interessi economici sono forti e non dobbiamo nasconderlo. È però una campagna fondamentale anche rispetto al cambio che avverrà con le elezioni del nuovo parlamento europeo, per fargli trovare subito un compito chiaro e preciso".

La campagna è stata aperta inoltre da Annamaria Pisapia, membro del Comitato dei cittadini, direttrice di Ciwf Italia Onlus, che ha ribadito la necessità di portare alla Commissione Europea l'idea degli italiani, ma non solo, di "un'Europa senza gabbie". "La coalizione non unisce solo animalisti, ma anche organizzazioni ambientalisti, di consumatori, di associazioni veterinarie e di giuristi. È un esempio di mobilità straordinaria per rappresentare quella società civile che vuole porre fine alla sofferenza di oltre 300 milioni di animali che vengono allevati nelle gabbie europee ogni anno". 

Infine è stato il ministro Giulia Grillo a inaugurare la mostra che espone le azioni della campagna di End the Cage Age, la quale, per ribadire la sua condivisione, ha firmato la petizione: "È un'iniziativa importante nel contenuto, anche perché vede i cittadini come protagonisti ed è fondamentale rispondere alle loro esigenze. È un tema a cui noi siamo molto legati, ci sarà un impegno da parte del ministero di vigilare e lavorare sul benessere degli animali, e promuovere delle politiche che vadano in queste direzioni".

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