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Udine, uccide la fidanzata 21enne e poi vaga in auto col cadavere: confermati domiciliari

Francesco Mazzega, 37 anni di Muzzana del Turgnano (Udine), accusato dell’omicidio della fidanzata Nadia Orlando, 21 anni, resterà ai domiciliari, col braccialetto elettronico. Questa la decisione della Corte di Cassazione.
A cura di Biagio Chiariello
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Sono stati confermati gli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, per Francesco Mazzega, il 36enne di Muzzana del Turgnano (Udine), reo confesso dell’omicidio della fidanzata, Nadia Orlando, 21enne di Vidulis di Dignano, avvenuto il 31 luglio scorso. La prima sezione penale della Cassazione, dopo l’udienza a porte chiuse svolta ieri, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura di Udine contro la decisione del Riesame di Trieste di disporre i domiciliari per l’indagato. "Come cittadino non sono contento, ma come magistrato non sono stupito". Sono le parole del Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, commentando la decisione della Suprema Corte. "Vista la formula con cui la Corte si è pronunciata – ha proseguito il Pm – i giudici della Cassazione hanno ritenuto che le nostre sono doglianze di merito e non attingono la legittimità Evidentemente non ha ravvisato vizi che potessero rendere illegittima l'ordinanza. La nostra impugnazione era doverosa – ha concluso – il problema non è nella decisione del Riesame ma nella legge, come tante volte ho avuto occasione di ricordare".

 L'omicidio di Nadia Orlando – Mazzega aveva ucciso la fidanzata la sera del 31 luglio scorso, nei pressi di Lignano Sabbiadoro: poi aveva vagato per tutta la notte con il cadavere della 21enne, prima di presentarsi alla sede della Polizia Stradale di Palmanova. Dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale, era stato rinchiuso in carcere, misura cautelare poi sostituita il 29 agosto coi domiciliari su decisione del Riesame, dove l’uomo si trova dal 26 settembre. Una misura che aveva provocato non solo l’indignazione della famiglia Orlando, ma anche la protesta di molte persone comuni, che avevano dato vita anche a diverse petizioni (on line e cartacee) per chiedere la detenzione in carcere per l’uomo.

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