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Ucciso da un cacciatore, è giallo sul fucile accanto a Nathan: aveva matricola abrasa

Mentre la famiglia di Nathan Labolani ribadisce che il giovane non andava a caccia, gli inquirenti stanno concentrano le loro attenzioni sul fucile ritrovato accanto al ragazzo, ucciso perché scambiato per una preda. L’arma aveva la matricola abrasa mentre nello zainetto sono state ritrovate diverse munizioni.
A cura di Antonio Palma
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Si infittisce di ora in ora il caso del giovane Nathan Labolani, il ragazzo di Apricale, in provincia di Imperia, ucciso domenica mattina vicino casa durante una battuta di caccia al cinghiale perché scambiato per una preda da un cacciatore. Dagli esami dei reperti trovati sul luogo dell'accaduto, infatti, si è scoperto che il fucile calibro 12 rivenuto accanto a lui aveva la matricola abrasa, come se si trattasse di un'arma illegale, e le canne modificate. Questo particolare trapelato da fonti degli inquirenti,  insieme al fatto che il ragazzo non aveva il porto d'armi e non era solito cacciare, sta trasformando quello che appariva solo come un drammatico incidente di caccia in un vero e proprio giallo. La famiglia ha ribadito a più riprese che il ragazzo non cacciava ma amava passeggiare per i boschi in cerca di funghi col suo cane eppure , secondo gli inquirenti, quel fucile era proprio suo.

Resta da capire dunque che ci faceva il ragazzo da solo e col suo cane in zona. Tutti hanno assicurato che il ragazzo non faceva parte delle due squadre di cacciatori impegnati in quell'area e di cui invece faceva parte il 29enne di Ventimiglia che ha esploso il colpo letale contro Nathan e che ora è indagato per omicidio colposo. Nathan è stato ucciso da un solo colpo esploso da una carabina Winchester 300 magnum mentre era accovacciato dietro un cespuglio. A complicare ulteriormente le indagini il ritrovamento nel suo zaino di una cinquantina di munizioni proprio come se dovesse sparare.

Entrambi i reperti così come altro materiale raccolto dagli inquirenti in zona è stato inviato ai reparti scientifici per avere un quadro più chiaro del loro utilizzo. In particolare i carabinieri stanno cercando di risalire alla matricola per ricostruire la storia e la provenienza dell'arma e quindi per stabilire se abbia sparato. Analisi saranno svolte anche su munizioni e zaino della giovane vittima. Proprio il caso dello zaino fa sorgere altri dubbi nel padre di Nathan. "Dicano tutta la verità, c'è un giallo che va chiarito. Come mai il corpo di mio figlio è stato passato da parte a parte ma il suo zaino non aveva una macchia di sangue?" si è chiesto Enea Labolani, ribadendo:  "Quell’arma non apparteneva a nessuno della mia famiglia. Le nostre armi da caccia sono tutte custodite e chiuse in un armadio apposito. Se davvero è stato rinvenuto un fucile nel bosco non era di nostra proprietà. E poi Nathan andava con il cane quasi esclusivamente a cercare funghi, non a sparare". "Mio figlio è morto non può difendersi. Devo fare giustizia per lui" ha concluso l'uomo. Intanto nelle prossime ore i primi elementi di chiarezza potrebbero arrivare dall'autopsia sul corpo di Nathan disposta dal pm Luca Scorza Azzarà che indaga sulla vicenda

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