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Uccisero i familiari per disperazione, per tre anziani omicidi arriva la grazia di Mattarella

I tre uomini, tutti anziani, dovevano scontare ancora pene tra i tre anni e sei mesi e i cinque anni e otto mesi. Nel concedere la grazia, come sottolineano dal Quirinale, Mattarella ha tenuto conto proprio dell’età avanzata dei condannati e delle loro precarie condizioni di salute ma anche delle eccezionali circostanze in cui sono maturati i delitti.
A cura di Antonio Palma
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Hanno ucciso loro familiari e per questo sono stati condannati in via definiva da un tribunale ma lo hanno fatto per disperazione e in circostanze molto dolorose per loro e i loro cari, come avevano accertato gli stessi giudici nelle sentenze. Per questo tre anziani uomini condannati in tre diversi casi di omicidio hanno ricevuto nelle scorse ore la grazia da parte del presidente della  Repubblica Sergio Mattarella. Si tratta di Franco Antonio Dri, nato nel 1941, di Giancarlo Vergelli, nato nel 1931, e di Vitangelo Bini, nato nel 1930.  Come ha reso noto la stessa Presidenza del Repubblica, per loro il Capo dello Stato, ai sensi di quanto previsto dall'art. 87 comma 11 della Costituzione, ha firmato tre Decreti di concessione della grazia al termine dell'iter previsto.

Dopo gli accertamenti del caso a seguito delle domande di grazia, infatti, da parte del Ministro della Giustizia è stato formulato un avviso non ostativo e Mattarella ha deciso di concedere loro la libertà. Il provvedimento di clemenza ovviamente riguarda solo il residuo della pena ancora da scontare. Per il 78enne Dri sono circa tre anni e sei mesi di reclusione , per l'88enne Vergelli  cinque anni e sei mesi e per l'89enne Bini cinque anni e otto mesi. Vista l'avanzata età i tre potevano già usufruire degli arresti domiciliari. Nel concedere la grazia, come sottolineano dal Quirinale, Mattarella ha tenuto conto proprio dell’età avanzata dei condannati e delle loro precarie condizioni di salute nonché dei pareri favorevoli espressi dalle autorità giudiziarie e delle eccezionali circostanze in cui sono maturati i delitti.

Franco Drì infatti era stato condannato per aver ucciso nel 2015 il figlio 47enne, tossicodipendente, al culmine dell'ennesima lite per avere soldi dal padre. Per richiedere la sua grazia si era mossa l'intera comunità di Fiume Veneto (Pordenone) dove l'uomo viveva , compresa la moglie e l'altro figlio. Vergelli invece  era stato condannato per aver ucciso nel 2014 la moglie 88enne malata di Alzheimer di cui da anni si prendeva cura da solo. Preoccupato perché a causa della salute non riusciva più a curarla, l'uomo la strangolò nella loro casa di Firenze e rimase per ore accanto a lei. Le stesse circostanze avevano spinto anche Bini a uccidere la moglie nel 2007. Dopo averla assistita per oltre un decennio in casa, con l'aggravarsi delle sue condizioni l'uomo decise di ucciderla nel reparto di degenza dove era stata ricoverata.

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