Uccise la fidanzata gettandola dal balcone: pena dimezzata per Dario Rizzotto

Gettò la fidanzata dal terzo piano del suo appartamento, causandone la morte: eppure la sua condanna è stata dimezzata – da 23 a 11 anni di carcere – dalla una sentenza della Corte d’assise d’appello di Bologna in seguito alla ridefinizione del reato, da omicidio volontario a preterintenzionale.

Protagonista della vicenda giudiziaria, che non mancherà di far discutere, il pregiudicato Dario Rizzotto, 40 anni, originario di Salemi, in provincia di Trapani. Era stata la Corte di Cassazione, nel luglio del 2018, ad annullare, su richiesta dell’avvocato difensore Calogera Falco, la precedente sentenza di condanna, rinviando ad altra sezione dello stesso organo giudicante, per l'appunto la Corte d'Appello.

Rizzotto fu tratto in arresto dai carabinieri nell’agosto di cinque anni fa con l'accusa di aver ucciso la compagna, la 37enne sarda Daniela Puddu, facendola volare dalla finestra al terzo piano della sua abitazione. Sarebbe stato quello, la sera del 14 giugno 2014, a Fiorenzuola (Piacenza), il tragico epilogo di una furiosa discussione esplosa per gelosia. Rizzotto, che in un primo momento agli investigatori raccontò che la donna si era tolta la vita, si sarebbe, infatti, accorto che questa inviava messaggi su Facebook all’ex fidanzato. Quella sera, il pregiudicato avrebbe assunto sostanze stupefacenti e alcool.

La Suprema Corte aveva annullato la sentenza con rinvio a diversa sezione della Corte d’assise d’appello di Bologna proprio allo scopo di valutare se si fosse trattato di omicidio preterintenzionale. Secondo l’avvocato difensore Calogera Falco, infatti, malgrado la violenza della lite, sarebbe mancata la volontà di uccidere.