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Uccidono la colf e nascondono il cadavere nel freezer: marito e moglie condannati a morte

La vittima è una giovane cameriera filippina, i responsabili del delitto avvenuto in Kuwait un uomo libanese e la moglie siriana. Il caso aveva fatto scattare una vera e propria crisi diplomatica fra Kuwait e le Filippine.
A cura di Susanna Picone
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La sorella della giovane colf uccisa
La sorella della giovane colf uccisa

Un tribunale nel Kuwait ha condannato a morte in contumacia una coppia di coniugi, lui libanese e lei siriana. Marito e moglie sono accusati dell’omicidio di Joanna Demafelis, una ragazza filippina di ventinove anni che è stata trovata cadavere a febbraio, nel congelatore di una casa della coppia dove lavorava come colf. Il corpo della giovane domestica sarebbe rimasto nel freezer dei coniugi condannati per oltre un anno prima del ritrovamento. La coppia, catturata in Siria nel febbraio scorso dopo che l’Interpol ha lanciato una ricerca internazionale, è attualmente in carcere. Lui, che ha quaranta anni e si chiama Nader Essam Assaf, è stato consegnato alle autorità di Beirut, che stanno valutando la richiesta di estradizione; la moglie, Mona, è invece detenuta a Damasco. La sentenza capitale, da eseguirsi per impiccagione, è stata emessa al termine di una sola udienza. La coppia, secondo quanto sottolineato da una fonte giudiziaria, può fare ricorso in appello, ma solo se accetterà di tornare in Kuwait.

Il delitto ha innescato una crisi diplomatica tra Kuwait e Filippine – Il raccapricciante caso della giovane domestica assassinata e nascosta nel congelatore ha innescato una crisi diplomatica tra Kuwait e Filippine, tanto da indurre Manila a vietare ai connazionali di recarsi per lavoro in Kuwait. Sono circa 250.000 i cittadini filippini che lavorano nell'Emirato. Periodicamente le organizzazioni per i diritti umani denunciano il trattamento riservato a questi espatriati e a quelli di altri Paesi che lavorano in Kuwait o in altri Paesi del Golfo. Dopo il ritrovamento del cadavere della donna le autorità filippine hanno detto di aver facilitato il ritorno a casa di oltre 1000 “connazionali lavoratori in difficoltà nel Kuwait” di cui la maggior parte domestici e camerieri.

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