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Uccide tre funzionari che demoliscono la sua casa, per la folla è un eroe

È accaduto in Cina. Un uomo ha compiuto una strage per evitare che gli togliessero la casa e alla fine è stato ucciso dalla polizia. Per le autorità e un assassino, ma per la gente del villaggio è un eroe.
A cura di S. P.
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Un uomo in Cina ha compiuto una strage per scongiurare la demolizione forzata della sua casa e alla fine è stato ucciso dalla polizia. È accaduto nel villaggio di Xuegang, nella regione centrale dell'Henan. Fan Huepei, 36 anni, ha ucciso un operaio dell'azienda elettrica, il vicedirettore della locale amministrazione stradale e un tecnico degli impianti di climatizzazione condominiale e ha anche ferito altre due persone prima di essere ucciso dalla polizia. Prima di morire l’uomo ha confessato i tre omicidi e in un messaggio ha detto di non poter più vivere dopo la demolizione dell’edificio in cui viveva. E se per le autorità e propaganda di Stato è un “assassino” che ha compiuto un “crimine imperdonabile” per molte altre persone è un “eroe”. In tanti, infatti, dopo la strage hanno sostenuto la famiglia dell’uomo offrendo denaro e hanno trasformato il suo funerale in una rivolta di massa contro l'urbanizzazione ordinata da Pechino.

Avvisato all'ultimo momento della demolizione – Secondo i familiari di Fan Huepei l’uomo avrebbe agito in questo modo a causa dell'inadeguatezza degli indennizzi offerti dal partito-Stato: circa 2500 euro in tre anni per ogni membro della famiglia, a fronte di oltre 100.000 euro spesi dall'assassino per ristrutturare l'edificio. A quanto pare l’uomo è stato avvisato all’ultimo momento della demolizione: la furia omicida è scattata quando ha visto i tecnici tagliargli acqua e corrente elettrica.

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