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Turista italiana massacrata in Brasile, dopo 2 anni l’assassino di Gaia è ancora libero

Aggredita a sassate e strangolata: così è stata uccisa il 25 dicembre di due anni fa, Gaia Molinari, turista 29enne in visita a Jijoca Jericoacoara, in Brasile. A due anni dal barbaro omicidio le autorità non hanno ancora identificato l’assassino di Gaia.
A cura di Angela Marino
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Era partita per il Brasile con la prospettiva di insegnare ai bambini l'inglese e godersi il meraviglioso paesaggio dell'America del Sud, invece Gaia Molinari, 29 anni, piacentina, è finita vittima di un brutale assassinio. Una coppia di turisti l'ha ritrovata priva di vita e orribilmente sfigurata, sulla spiaggia di Jijoca Jericoacoara, a 287 km da Fortaleza, il 26 dicembre  2014. La morte risaliva a 24 ore prima. A due anni da questo atroce delitto il killer di Gaia non ha ancora un nome.

L'omicidio

La giovane piacentina, residente a Parigi, era partita alla volta del Brasile domenica 16 dicembre 2014 e avrebbe dovuto ripartire per  il Cile dove aveva previsto di trascorrere il giorno di Natale, il successivo 23. Tuttavia, per motivi sconosciuti, Gaia decise di prolungare il suo soggiorno, scelta che si rivelerà fatale. Gaia alloggiava in un ostello di Jericocoara insieme ad una amica brasiliana, Mirian Franca. La ragazza le aveva pagata il viaggio da Fortaleza fino alla piccola località di mare. L'ultima volta che Gaia fu vista viva erano le  18 e 30 del 24 dicembre 2014. Quella sera la ragazza uscì lasciando alcuni oggetti personali, tra cui computer, nella stanza dell'ostello.Il cadavere straziato di Gaia venne trovato diverse ore dopo in zona Serrote da una coppia di turisti. Il volto era completamente sfigurato e ricoperto di sangue e sul collo c'erano segni di strangolamento. Ematomi evidenti erano presenti sulle gambe e sull'addome. Già da un primo esame fu possibile ricostruire che la ragazza era stata immobilizzata, aggredita a sassate e poi strangolata, probabilmente in un posto diverso da quello del ritrovamento. I polsi erano segnati come se fossero stati stretti da corde e il volto era sfigurato, forse colpito ripetutamente con delle pietre. La ragazza aveva indosso soltanto il bikini. Come dimostrato dall'autopsia, non subì violenza sessuale.

Le indagini

La polizia civile brasiliana attivò immediatamente le indagini. Sul corpo di Gaia furono trovate tracce di Dna del suo assassino, un elemento che avrebbe dovuto dare un impulso alle indagini e invece è servito unicamente a escludere quindici persone che, a vario titolo si riteneva potessero essere coinvolte nell'omicidio. I sospetti si concentrarono anche su Mirian, l'amica brasiliana di Gaia. La 31enne di Rio De Janeiro, inizialmente portò gli investigatori su una falsa pista, per poi diventare la principale sospettata. Anche la ragazza fu scagionata in breve tempo. Dopo due anni, a marzo 2016, Francisco Douglas Sousa, receptionist all'hotel adiacente all'ostello in cui Gaia alloggiava, fu arrestato. Anche lui venne scarcerato dopo 44 giorni di detenzione, pur restando sospettato di concorso in omicidio. Dopo ventiquattro mesi il caso, ora in capo al Dipartimento di Polizia di Specialized, resta irrisolto.

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