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Truffa rimborsi, Salvini: “Spetta a Mattarella decidere se è a rischio la democrazia”

Matteo Salvini ribadisce la decisione di rivolgersi al presidente Mattarella, dopo quello che ha definito un attacco “politico” ai danni del suo partito: “Che io non possa andare a parlare con il presidente della Repubblica mi sembra una cosa bizzarra: è il garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo le polemiche di ieri, dopo che la Lega ha annunciato di voler consultare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per gli attacchi subiti per la questione dei rimborsi elettorali, è intervenuto il ministro degli Interni Matteo Salvini: "Che io non possa andare a parlare con il presidente della Repubblica mi sembra una cosa bizzarra: è il garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini. Io rispetto il lavoro della stragrande maggioranza dei giudici, che al 99% fanno bene e obiettivamente il loro lavoro, ma parlerò con Mattarella del fatto che la Lega sarebbe il primo partito in Europa messo fuori legge con una sentenza non definitiva per eventuali errori commessi da qualcuno più di dieci anni fa con cui io non c'entro nulla", ha detto il vicepremier.

La questione è spinosa, perché è legata proprio all'opportunità di coinvolgere il Capo dello Stato, che presiede anche il Consiglio superiore della magistratura, e che quindi, pur ricoprendo un ruolo neutrale, non potrebbe esprimersi su una decisione della Cassazione. I giudici hanno sbloccato il sequestro die 49 milioni dai fondi del Carroccio, soldi che però non possono essere prelevati subito: la passa passa ora al Tribunale del Riesame, che dovrà decidere se rendere effettivo il prelievo.

"Se qualcuno dieci anni fa ha speso in maniera errata 300mila euro e verrà condannato in via definitiva, di quei 300mila euro, anche se non c'entro nulla, sono personalmente disposto a farmi carico. Se questo significa attaccare politicamente un partito che sta conquistando la fiducia degli italiani ne parlerò con Mattarella: penso sia ancora permesso che il vicepremier possa parlare con il suo presidente della Repubblica. Starà a Mattarella decidere se c'è in ballo la libertà d'espressione o la democrazia", ha aggiunto Salvini a margine di una conferenza stampa al Viminale.

"Deciderà Mattarella, con la sua saggezza ed il suo equilibrio se in Italia si possa lavorare. Io adesso tornerò in ufficio dove, con tutti i miei limiti, cerco di lavorare per la sicurezza di 60 milioni di italiani. Non è possibile che si perda tempo per scelte politiche di qualcuno cui eventualmente il voto degli italiani non va giù. Sono tranquillo, ho voglia di lavorare, ho tante cose di cui occuparmi, a quattrini di cui non so nulla va poco del mio tempo". 

AGGIORNAMENTO: Nel tardo pomeriggio fonti della Lega hanno fatto sapere che sarebbero in corso contatti tra il partito e il Quirinale, comunicando che al rientro della missione in Lituania del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci sarebbe una possibilità di trovare una data per l’incontro. Ma una fonte della delegazione al seguito del capo dello Stato ha smentito questa ipotesi: “Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è all’estero ed è all’oscuro di qualunque contatto”, ha commentato.

La posizione del ministro della Giustizia

"Tutti devono potersi difendere fino all'ultimo grado di giudizio. Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica". Con queste parole, interpellato dall'Ansa, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commenta la vicenda della sentenza della Cassazione sui fondi della Lega.

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