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Truffa rimborsi Lega, depositato in Cassazione il ricorso contro il prelievo di 49 milioni

“Abbiamo depositato il ricorso in Cassazione”, hanno detto i legali della Lega. Il ricorso è contro la decisione del tribunale del Riesame di Genova, che lo scorso 6 settembre ha dato il via libera al sequestro dei 49 milioni di euro al Carroccio, derivanti dalla truffa sui rimborsi elettorali.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Lega prova a salvare il partito. I legali del Carroccio stanno cercando di rispettare la sentenza, e restituire i 49 milioni di euro derivanti dalla truffa ai danni dello Stato, riguardante i rimborsi elettorali illeciti, percepiti tra il 2008 e il 2010, e nello stesso tempo stanno tentando di rispettare il pagamento degli stipendi dei dipendenti. Pertanto si tratta con i giudici della Procura di Genova. L'idea del partito di Salvini, anticipata dal Corriere della Sera, era appunto quella di mettere a disposizione dei magistrati un conto corrente dedicato dove raccogliere tutte le entrate. Da lì verrebbero prelevati soldi, fino a raggiungere la quota di 49 milioni di euro. L'intesa è stata appena raggiunta: saranno sequestrati centomila euro a bimestre, per un totale di 600mila euro l'anno. A condizione che, se il partito dovesse incamerare di più, al netto delle spese della gestione ordinaria, la cifra prelevata dalla procura aumenterebbe.

"Abbiamo depositato il ricorso in Cassazione", hanno fatto sapere i legali della Lega, gli avvocati Giovanni Ponti e Roberto Zingari. Il ricorso è contro la decisione del tribunale del Riesame di Genova, che lo scorso 6 settembre ha dato appunto il via libera al sequestro dei 49 milioni di euro al Carroccio.

Il sostituto procuratore generale Enrico Zucca intanto ha chiesto la conferma della condanna a 4 anni e 10 mesi per l'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito. La richiesta è arrivata nel processo di secondo grado. Per il procuratore "il partito non può essere schermo per atti illeciti" e le operazioni che hanno fatto confluire nella cassaforte del partito i soldi erano "deliberate dai vertici della Lega e quindi note a tutti gli esponenti del Carroccio".

A luglio il pg aveva chiesto la condanna a 1 anno e 10 mesi per Umberto Bossi, mentre per i revisori dei conti, Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi, rispettivamente a 2 anni (i primi due) e un anno e tre mesi. In primo grado, Bossi era stato condannato a 2 anni e 6 mesi, Belsito a 4 anni e 10 mesi; e i tre ex revisori, Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi, rispettivamente a due anni e otto mesi (i primi due) e a un anno e nove mesi.

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