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Trovato morto Giocondo, scomparso mentre cercava lumache. La figlia: “Ora sono in pace”

È stato ritrovato senza vita Giocondo Ghirardo, l’80enne di Vittorio Veneto, scomparso lo scorso giugno mentre andava alla ricerca di lumache nel Bellunese. A scoprire il cadavere è stata la figlia Monica, che ha sempre continuato le ricerche del padre coinvolgendo amici e parenti: “La mia paura era che qualcuno gli avesse fatto del male. Ora sono in pace”.
A cura di Ida Artiaco
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Era scomparso quasi un anno fa Giocondo Ghirardo: era l'8 giugno 2018 quando si sono perse le tracce dell'80enne di Vittorio Veneto, sparito nel nulla dopo essere andato in cerca di lumache in Val Tovanella, a Davestra nel Bellunese. Da allora sono cominciate ricerche senza successo, che facevano aumentare il dolore della figlia della Monica, che da allora non si dava pace. Poi, due giorni fa, in una vallata, è stato individuato un corpo, che analisi approfondite hanno confermato appartenere proprio a lui. "Eravamo davanti alla frana. Indecisi se continuare. Ho guardato il cielo e ho parlato con papà. Gli ho chiesto di darmi un segno. Poco dopo abbiamo sentito il verso di un animale selvatico e ho capito che dovevamo andare avanti e salire. Così l’ho ritrovato e ora io e mamma possiamo smettere di soffrire", ha detto Monica dopo aver ritrovato il cadavere del padre insieme al compagno, Lucio. Toccherà ora all'autopsia stabilire cosa lo abbia ucciso, anche se si fa avanti la pista del malore improvviso. La salma, ricomposta e imbarellata, è stata recuperata dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore con il supporto del Soccorso alpino di Longarone e trasportata al campo sportivo di Davestra, per essere affidata al carro funebre.

L'uomo era nel mezzo di un bosco, fuori sentiero in località Pescoltre, una valle laterale della Val Tovanella, a due ore di cammino da dove era stata ritrovata la sua Seat Ibiza. Il suo corpo senza vita si trova lì probabilmente dall'8 giugno scorso, quando, dopo essere uscito per una gita alla ricerca di lumache, non è più tornato a casa. Da allora, sono cominciate le ricerche disperate dei suoi familiari, ed in particolare di sua figlia Monica, che mai si è arresa a ritrovare il padre, con gli appelli diffusi ovunque o come il 15 marzo scorso quando, grazie al Soccorso Alpino e all’aiuto di alcuni amici, lo ha cercato anche con i droni, fin quando non ha ottenuto ciò per cui si è battuta a lungo. "Ho sempre saputo che era morto. Ma la mia paura era che qualcuno gli avesse fatto del male. Come in molti ci avevano detto. Per questo non potevo smettere di cercarlo", ha commentato.

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