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Treviso, licenziata l’infermiera accusava di vaccinare i bimbi per finta

La donna accusata di avere effettuato false vaccinazioni a centinaia di bambini tra Friuli e Veneto è stata licenziata dopo le verifiche dell’Asl veneta in cui lavorava sui dati forniti dal Friuli.
A cura di Antonio Palma
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L'infermiera Emanuela Petrillo, l’assistente sanitaria accusata di avere effettuato false vaccinazioni a centinaia di bambini tra Friuli e Veneto, non potrà più somministrare vaccini né tantomeno svolgere altri incarichi legati alla sanità pubblica locale. La donna infatti è stata licenziata in tronco dall'Usl 2 Marca Trevigiana a seguito delle verifiche avviate sul suo caso dopo lo scandalo scoppiato nell'aprile scorso. "L’abbiamo licenziata per giusta causa in quanto non ha adempiuto agli obblighi contrattuali", ha spiegato il direttore generale dell'azienda sanitaria locale veneta, Francesco Benazzi, sottolineando che il licenziamento è effettivo già dal giorno 9 novembre.

Alla base della decisione la verifica di tutti i numeri forniti dall’azienda sanitaria dell’Alto Friuli. "Lì le persone da lei vaccinate rispondevano solo per il 20,8% mentre per le altre assistenti sanitarie la risposta era del 92,5 per cento" , ha spiegato infatti Benazzi, aggiungendo: "I dati del Friuli sono stati confermati anche dalle analisi e ci danno la possibilità di sospendere il rapporto di lavoro. Per quanto riguarda Treviso siamo in attesa dell’esito del processo". Contro la donna infatti è ancora aperto un procedimento giudiziario dopo la scoperta che buona parte dei bambini sottoposti a vaccinazioni quando era lei a somministrarli in realtà non avevano sviluppato una copertura contro le malattie

I sospetti erano iniziati a Treviso, sollevati dai colleghi della donna, insospettiti perché nessuno dei pazienti piangeva in occasione dei vaccini. Lo scandalo dapprima aveva interessato l'Usl trevigiana dove si era trasferita e poi il distretto sanitario di Codroipo, in provincia di Udine, dove Petrillo invece aveva lavorato in precedenza tra il 2009 e il 2015. Per questi fatti l'infermiera è indagata dalla Procura della Repubblica di Udine per l'ipotesi di reato di peculato, omissione d'atti d'ufficio e falsità in dichiarazioni. Lei dal suo canto ha sempre rigettato ogni accusa. “Ho sempre svolto il mio lavoro correttamente: posso spiegare tutto e non ho nulla da nascondere”, aveva spiegato la donna.

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