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Trentino, slavina si stacca dal Gran Zebrù e travolge alpinisti: tre morti

Il bilancio è di tre alpinisti morti: una 32enne era stata estratta viva ma è morta poco dopo all’ospedale di Trento. La slavina si sarebbe staccata da una quota di 3.200 metri.
A cura di Davide Falcioni
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Una nuova tragedia in alta montagna, questa volta in Trentino Alto Adige, dove questa mattina intorno alle 10 e 30 si è staccata una slavina da una parete Gran Zebrù, nella zona delle Alpi dell'Ortles. Stando alle prime informazioni diffuse dagli uomini del soccorso alpino la massa di neve si è abbattuta su un gruppo di escursionisti senza lasciargli scampo. Due alpinisti sono stati dichiarati morti sul posto mentre una terza persona, una giovane donna austriaca di 32 anni, è stata estratta vita ed è stata trasferita all'ospedale di Trento dove però purtroppo è morta poche ore dopo. La ragazza era stata recuperata dalla neve dopo 40 minuti in stato di ipotermia e con un politrauma e poi rianimata dai soccorsi, ma è morta poche ore dopo nel reparto di  rianimazione.

La valanga  – si apprende sempre dai soccorritori – si è staccata a una quota di 3.200 metri nei pressi di Passo Bottiglia. Sul posto sono intervenuti gli elicotteri Pelikan e Aiut Alpin che hanno condotto in quota gli uomini del soccorso alpino di Solda. Quella odierna sul Gran Zebrù è il terzo incidente con gravi conseguenze avvenuto in montagna in una sola settimana. Domenica a Passo Stalle una donna di 55 anni proveniente dall'Austria è deceduta a circa 2.700 metri di quota mentre i suoi due compagni erano rimasti feriti. Mercoledì scorso invece una valanga aveva travolto e ucciso un ragazzo di 22 anni sopra Corvara, in val Badia.

Considerata una delle più affascinanti montagne di tutto l'arco alpino, il Gran Zebrù si staglia fino a 3.857 metri di quota ed è il secondo massiccio più alto di tutto il Trentino Alto Adige. Il Gran Zebrù da anni è una vetta molto amata dagli appassionati ed offre numerose possibili ascensioni – di difficoltà più o meno elevata; per questo quasi ogni giorno, condizioni meteo permettendo, decine di appassionati di alta montagna si incamminano per i suoi sentieri, anche se non pochi optano per dei "fuori pista" che, specialmente nella stazione invernale, possono rivelarsi estremamente pericolosi per il rischio concreto di valanghe o slavine. Rischio che diventa ancora maggiore a cavallo della primavera, quando le temperature si alzano.

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