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Tre militanti di CasaPound accusati di tentato omicidio per aver accoltellato un uomo a Genova

I tre avrebbero accoltellato un antifascista di 36 anni al termine di un’aggressione con pugnali, bottiglie e bastoni. Per loro l’accusa è di tentato omicidio: alla lista degli indagati potrebbero aggiungersi altri esponenti del partito di estrema destra.
A cura di Davide Falcioni
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Tre attivisti di CasaPound, organizzazione neofascista, sono stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di tentato omicidio in concorso per l’accoltellamento di un antifascista avvenuto la sera del 12 gennaio 2018. La vittima, un uomo di 36 anni, stava attaccando dei manifesti insieme ad altri militanti a un centinaio di metri dalla sede del partito di estrema destra, in via Montevideo. Stando a quanto riportano i quotidiani genovesi il numero degli indagati, tutti iscritti all'organizzazione guidata da Simone Di Stefano e regolarmente in corsa alle elezioni politiche, potrebbe essere destinato a salire: la Digos sta procedendo in questi giorni a numerosi interrogatori e non è escluso che altri neofascisti, quasi tutti molto giovano, verranno indagati per lo stesso reato o che per loro si configuri l’ipotesi di favoreggiamento.

L'aggressione a Genova: coltellate agli antifascisti che stavano appendendo dei manifesti

La sera del 12 gennaio il gruppo era uscito dalla sede di CasaPound armato di bastoni, bottiglie, cinture e coltelli con l'intenzione di aggredire gli antifascisti che si trovavano in piazza Tommaseo e stavano appendendo dei manifesti: l'attacco era durato una decina di minuti e -tra gli altri – aveva visto il ferimento del 36enne D.M., colpito da una coltellata alla schiena. Il fendente aveva squarciato il giubbotto e un pesante maglione ma la vittima, nella concitazione, in un primo momento non si è neppure accorto di essere stato ferito. Solo quando aveva raggiunto gli amici in un luogo sicuro si era reso conto del sangue e della ferita. Sentito come parte offesa il trentaseienne non era riuscito a riconoscere l’aggressore, ma gli accertamenti tecnici della sezione investigativa della Digos hanno consentito di arrivare a una svolta nelle indagini a partire dal gruppo che ha preso parte all’aggressione.

In seguito a quell'azione squadrista era poi stata indetta sempre a Genova una grande manifestazione antifascista che aveva visto la partecipazione di non meno di 5mila persone. "Il nostro è un atto d'amore per la città, per pulirla dall'odio. Siamo qui per ribadire che a Genova non sono accette manifestazioni fasciste e naziste e non lo saranno finché ci saremo noi". I manifestanti avevano fermato il corteo in via Serra davanti alla sede del movimento di estrema destra Lealtà e Azione. Lì avevano appeso un pannello con i nomi dei cittadini italiani e migranti vittime di aggressioni dal 2001 a oggi. "I fascisti sono assassini".

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