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Tre anni fa ci lasciava Luca Rastello: giornalista, scrittore, uomo

Il 6 luglio 2015 moriva Luca Rastello, esempio limpido e ancora poco imitato, nel nostro Paese, di uomo libero e persona eccezionale, giornalista, scrittore, pensatore. Il suo ultimo romanzo “I buoni” resta un’ineguagliata vetta della nostra letteratura, quella che non va in televisione, non vince premi e non cerca facili consolazioni, ma che resterà a lungo.
A cura di Redazione Cultura
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Tre anni fa ci lasciava Luca Rastello, esempio limpido e ancora poco imitato, nel nostro Paese, di uomo libero e persona eccezionale, giornalista, grande scrittore e pensatore che, cresciuto nel pieno di un forte scontro sociale e poi dentro il riflusso e nel vivo di una radicale mutazione della scena politica, ha dato vita – finché il cancro contro cui lottava da tempo non lo ha stroncato a soli 54 anni  – a diversi romanzi e saggi, tra cui "La guerra in casa" sul conflitto in Jugoslavia negli anni Novanta (Rastello era un appassionato ed esperto di letteratura dell'Est) e "Binario Morto" sull’alta velocità ferroviaria e la Torino-Lione.

Successivamente, nel bellissimo "Piove all’insù", il suo primo romanzo, descrisse gli anni settanta a Torino. Con "I buoni" nel 2013 raggiunse una ineguagliata vetta letteraria nel nostro Paese, libro che raccontò l'ipocrisia dei tanti che ogni giorno fingono di agire per il bene degli altri, ricavandone solo il proprio.

Era stato direttore dell'Indice, per Diario invece aveva scritto in quanto inviato e aveva diretto Narcomafie, prima di approdare al gruppo Espresso, in cui ha lavorato per l’Espresso, per D e per le redazioni di Repubblica di Milano e di Torino. Poi, nel 2004 gli fu diagnosticato un cancro e i medici gli diedero quella che sua moglie Monica, nel giorno del funerale di tre anni fa, chiamò "la terribile sentenza". Quattro mesi di tempo che, un giorno dopo l'altro, sono diventati dieci anni, durante i quali Luca ha giocato a "nascondino con la morte", a scrivere, a impegnarsi su un altro, ennesimo fronte.

È in questi anni rubati alla fine che Luca ha dato il meglio di sé come scrittore e come giornalista. Come ha scritto Goffredo Fofi all'indomani della morte su Internazionale è a questo mestiere (del giornalista) che l'esperienze di Rastello ha dato onore con la sua testimonianza. Un onore che, in modi diversi e a macchia di leopardo, a Luca e alle sue figlie sta tornando indietro in questi anni di assenza. Un onore tributatogli con incontri che si susseguono lungo tutto lo stivale, in tutti i mille luoghi e in tutte le vite che Luca ha vissuto.

Sembra una cosa piccola, in realtà, a maggior ragione di questi tempi, è qualcosa di enorme. Che speriamo resti per sempre.

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