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Trattamento inumano per Breivik, Norvegia fa ricorso contro la sentenza

Lo Stato norvegese farà appello contro la sentenza che qualche giorno fa ha stabilito che in carcere i diritti di Anders Behring Breivik, l’autore della stragi di Oslo e Utoya, sono stati violati.
A cura di Susanna Picone
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Il ministro della Giustizia norvegese Anders Anundsen ha annunciato che il governo ricorrerà in appello contro la sentenza del tribunale di Oslo che la scorsa settimana ha in parte accolto il ricorso presentato dal killer neonazista Anders Behring Breivik. I giudici avevano stabilito che la Norvegia ha violato i diritti umani dell'autore delle stragi di Oslo e Utoya per averlo sottoposto a cinque anni di isolamento sui 21 di detenzione che sta scontando nel carcere di Skien. Breivik è stato condannato nell'agosto del 2012 a 21 anni di carcere ma la pena potrà essere prolungata fino a che le autorità lo riterranno un individuo pericoloso. Dando parzialmente ragione al killer, il giudice ha stabilito che le autorità dovranno a Breivik un indennizzo di 330.000 corone norvegesi, ovvero circa 35000 euro per gli anni trascorsi in stretto isolamento.

"Il regime carcerario non è né disumano né degradante" – Il ministro della Giustizia ha spiegato che l’appello si basa sul fatto che, a giudizio delle autorità, il regime carcerario al quale è sottoposto il killer non è né “disumano”, né “degradante”, come invece sostenuto da Breivik e dalla sua difesa. Nel carcere in cui è rinchiuso, l’uomo che il 22 luglio del 2011 uccise 77 persone dispone di un'ampia cella di 31 metri quadrati divisi in tre settori – area notte, area studi e area per esercizi fisici – con televisore, lettore Dvd, una console per i giochi, una macchina da scrivere, libri e giornali.

Respinta la richiesta contro il controllo della corrispondenza – Breivik aveva chiesto anche che venissero revocate le restrizioni imposte sulle sue comunicazioni con l'esterno, in modo da poter corrispondere con dei simpatizzanti: le autorità avevano respinto la richiesta per motivi legati alla sicurezza e anche la corte ha stabilito il suo diritto alla corrispondenza non è stato violato.

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