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Tragedia Chieti: nell’auto di Filippone c’erano cocaina e siringa

Nella macchina di Fausto Filippone gli inquirenti hanno trovato un bicchiere con della cocaina e altre sostanze non ancora identificate insieme ad una siringa usata. Intanto dagli accertamenti investigativi si scopre che l’uomo aveva fatto un sopralluogo sul cavalcavia dell’A14 nei giorni precedenti alla tragedia.
A cura di Antonio Palma
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Cocaina, una siringa usata e altre sostanze ancora da identificare. È quanto avrebbero trovato gli inquirenti nell'auto di Fausto Filippone l'uomo che il 20 maggio scorso ha ucciso la figlia, spingendo la piccola di 10 anni giù da un viadotto dell'A14, a Francavilla, prima di lanciarsi a sua volta nel vuoto dallo stesso ponte dopo alcune ore di trattativa con le forze dell'ordine. L'uomo è anche fortemente sospettato di aver ucciso in precedenza la moglie Mariana Angrilli, spinta giù dal balcone di casa e lasciata al suo destino. Secondo le notizie trapelate dalle indagini in corso, nella vettura usata per arrivare sul viadotto a Francavilla (Chieti), una Bmw X1, gli inquirenti in particolare avrebbero trovato un bicchiere di plastica con 50 grammi di una polvere biancastra che, ad un prima analisi, è risultata contenere cocaina mista ad una sostanza diversa. Nella stessa auto inoltre sarebbe stata rinvenuta una siringa usata, al cui interno erano presenti un paio di gocce di una sostanza ancora da identificare.

Per accertare i fatti e l'ipotesi che la bimba potesse essere stata sedata prima di essere gettata dal cavalcavia , la Procura della Repubblica di Chieti, che indaga sulla tragedia, aveva affidato una consulenza sui due reperti (bicchiere e siringa) trovati a bordo dell'auto di Filippone, perquisita dagli agenti subito dopo il suicidio dell'uomo. Per lo stesso motivo, al medico legale Christian D'Ovidio il sostituto procuratore Anna Lucia Campo, titolare dell'inchiesta, ha affidato il compito di  analizzare il sangue della piccola Ludovica. Per i risultati di quest'ultima analisi, però, servirà attendere almeno altre 24 ore. Un'altra perizia per aiutare a ricostruire gli ultimi spostamenti dell'uomo e soprattutto a individuare il movente esatto dietro la tragedia, invece, è stata affidata ad un tecnico informatico che dovrà  esaminare il telefono cellulari di Filippone e quello della moglie, Mariana Angrilli, che è stato trovato addosso all'uomo, danneggiato dopo il volo dal viadotto.

Intanto dagli accertamenti investigativi si è scoperto che l'uomo era già stato su quel cavalcavia dell'A14 nei giorni precedenti alla tragedia  come se avesse voluto fare un sopralluogo. È quanto avrebbero ricostruito gli investigatori analizzando ultimi spostamenti del manager di 49 anni attraverso il telepass della sua auto. Il passaggio era avvenuto due settimane prima della tragedia, quando Filippone è entrato dal casello di Chieti-Pescara Ovest ed è uscito a Ortona, un tratto che di recente non aveva mai percorso.  Un altro elemento che fa propendere per l'ipotesi di una premeditazione studiata a lungo insieme alla telefonata tra Filippone e lo studente inquilino dell'appartamento di Chieti in cui è morta la moglie. Allo studente l’uomo avrebbe chiesto di lasciare aperta la porta per poter accedere al balcone da dove poi è caduta Mariana Angrilli.

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