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Torturata dai suoi familiari, costretta a mangiare le sue feci: 19enne muore massacrata

Shahena, 19enne inglese di origini bengalesi, è stata sottoposta ad un vero e proprio calvario da parte delle persone che avrebbero dovuto proteggerla ed amarla. Per questo motivo la condanna nei loro confronti è stata esemplare.
A cura di B. C.
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Sei membri di una famiglia sono stati condannati a svariati anni di carcere per aver contribuito a quello che gli inquirenti britannici hanno definito uno dei casi più strazianti di abusi domestici mai visti. Shahena Uddin, 19 enne inglese di origini bengalesi, è morta dopo essere stato duramente picchiata nella casa di famiglia a Watford, nella notte del 10 ottobre dello scorso anno, ha detto la polizia. La sua famiglia ha chiamato un'ambulanza dopo averne scoperto il corpo esanime sul pavimento del bagno la mattina successiva. I familiari hanno poi detto ai paramedici che la ragazza “non si sentiva bene già dalla sera prima”. Ma i medici hanno notato gravi contusioni in varie parti del corpo di Shahena e hanno chiamato la polizia.

Il suo è stato davvero un calvario. La 19enne sarebbe infatti stata costretta a bere del detersivo e mangiare le proprie feci. Per questo motivo la corte di St Albans ha condannato i familiari di Shahena a diversi anni di carcere. La pena più dura è stata comminata a Salma Begum, 33enne, cognata della vittima: ergastolo, con un minimo di 18 anni dietro le sbarre, per omicidio e cospirazione. Gli altri condannati sono i 5 fratelli di Shahena (quattro maschi e una femmina, tra i 22 ei 35 anni). Per loro pene che vanno dai 5 ai 10 anni di carcere.

Durante il processo è stato accertato che la vittima ha subito abusi mentali e fisici  gravi per un periodo di tempo prolungato dai diversi componenti della sua famiglia. “Le hanno fatto cose inimmaginabili. Si è trattato di torture, le è stata negata l’acqua e il cibo, tanto da costringerla ad alimentarsi con le sue feci. Pensare che una giovane donna nata nel XXI secolo sia stato sottoposto a tanta crudeltà in un luogo dove pensava di sentirsi al sicuro e amata è incomprensibile e non ci sono parole che possano ritrarre completamente la crudeltà inumana alla quale stata sottoposta a. La morte di Shahena non deve essere vano” è stato il commento del giudice che ha stabilito le condanne per il caso della 19enne.

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