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Torna il totonomi: il governo al lavoro su 43 nomine tra viceministri e sottosegretari

Sono 43 le nomine che il governo e la maggioranza M5s-Lega dovranno effettuare nei prossimi giorni: 35 sottosegretari e 8 viceministri. Una partita complessa, soprattutto per alcune deleghe chiave come telecomunicazioni, giustizia, economia e servizi segreti. Il risiko delle nomine riguarda anche le presidenze delle commissioni parlamentari e i ruoli di capigruppo dei due partiti.
A cura di Stefano Rizzuti
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La formazione delle commissioni parlamentari e l’inizio delle loro attività è subordinato alle nomine dei viceministri e dei sottosegretari e per questo motivo prima della settimana prossima non si procederà con i lavori delle commissioni. Anche perché la partita sulle nomine è intricata e riguarda ben 43 poltrone: quelle di 35 sottosegretari e 8 viceministri. Un puzzle che viene complicato da altre nomine parallele che vanno fatte subito o nelle prossime settimane: parliamo dei capi di gabinetto, dei presidenti delle commissioni parlamentari, dei capigruppo e anche delle nomine del cda Rai.

MoVimento 5 Stelle e Lega sembrano aver deciso la spartizione delle 43 nomine che dovrebbero arrivare non prima di domenica, ovvero quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte tornerà dal Canada dopo il G7. Al M5s dovrebbero andare 20 sottosegretari e 5 viceministri. Al Carroccio 15 sottosegretari e 3 viceministri. Ma, secondo quanto riferiscono fonti di entrambi i partiti all’Agi, la partita è “ancora in alto mare”.

Le nomine più delicate

Tra i punti critici c’è sicuramente quello della delega ai Servizi segreti. La Lega vorrebbe che rimanesse al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, ma il M5s insiste sul nome di Vito Crimi. Altro ministero importante è quello dell’Economia, dove si vorrebbe bilanciare la figura di un tecnico come ministro, Giovanni Tria. Uno dei nomi che circolano nelle ultime ore è quello di Laura Castelli, deputata M5s, come viceministro. Ma di lei si parla come della possibile capogruppo alla Camera. Il M5s schiera anche Stefano Buffagni, mentre per la Lega ci sono in campo Alberto Bagnai e Armando Siri. Come sottosegretario c’è anche il nome di Massimo Garavaglia.

Altra partita è quella degli Interni, dove in pole sembra esserci Nicola Molteni, di cui si parla però anche come sottosegretario alla Giustizia o – ma più difficile – come capogruppo del Carroccio. Per lo Sviluppo economico torna il nome di Buffagni, vicino a Di Maio, così come quello di Armando Siri. La Lega punta anche sul nome di Alessandro Morelli. Ma proprio allo Sviluppo economico si gioca una partita importantissima, quella sulla delega alle telecomunicazioni: di mezzo c’è anche Silvio Berlusconi, che si augura che la Lega possa tenerla per sé. Ma il M5s non sembra essere d’accordo e il braccio di ferro tra i due partiti prosegue.

Le altre nomine

Per gli Esteri in pole c’è Emanuela Del Re, indicata come ministro in caso di governo M5s, leggermente favorita su Manlio Di Stefano. A quest’ultimo andrebbe invece la presidenza della commissione Esteri della Camera. Per la Giustizia si parla anche di Piercarlo Davigo o Nino Di Matteo, che potrebbero affiancare il ministro Alfonso Bonafede. Per l’Istruzione vengono avanzati i nomi di Gianluca Vacca (M5s) e Mario Pittoni (Lega). Per le Infrastrutture i nomi in campo sono Andrea Cioffi e Mauro Coltorti, senza escludere le quotazioni di Lorenzo Fioramonti. Per lui si parla anche dello Sviluppo economico.

La Lega vorrebbe Claudio Borghi come presidente della commissione Bilancio della Camera, mentre Edoardo Rixi potrebbe essere viceministro dei Trasporti. Il Carroccio indaca anche il nome di Alessandro Giglio Vigna agli Affari regionali. Mentre il M5s vorrebbe il giornalista eletto nelle sue liste il 4 marzo, Primo De Nicola, con delega all’Editoria.

Le altre partite: dalle commissioni alla Rai

All’opposizione dovrebbero essere garantite le presidenze di due commissioni: il Copasir (in pole c’è Lorenzo Guerini del Pd) e la Vigilanza Rai, che potrebbe andare a Forza Italia con Paolo Romani o Maurizio Gasparri. Per l’Antimafia si parla invece di Nicola Morra del M5s ma anche del senatore Pd Franco Mirabelli. Intanto Lega e M5s sono chiamati a scegliere i nuovi capigruppo: per il Carroccio i favoriti sono Stefano Candiani al Senato e Guido Guidesi (o Riccardo Molinari) alla Camera. Per il M5s la decisione dovrebbe arrivare stasera, intanto si fanno i nomi di Vito Crimi e Laura Castelli, attuali vicecapigruppo.

Infine, il Parlamento e quindi la nuova maggioranza sarà chiamata a decidere sul rinnovo del consiglio d’amministrazione della Rai, in scadenza il 30 giugno. Camera e Senato dovranno nominare due membri a testa (altri due verranno dessignati dal Mef e uno dai dipendenti Rai). A Montecitorio sono pervenute 196 candidature, a Palazzo Madama 169 (129 sono uguali tra le due Camere). Si ricandida quasi tutto il cda uscente ma ci sono anche altri nomi come Michele Santoro e Gianni Minoli. Molte le voci che circolano per il ruolo di ad: si parla di Vincenzo Spadafora (braccio destro di Di Maio), di Fabrizio Salini e anche di Enrico Mentana. Per la presidenza tra i favoriti ci sono Carlo Freccero e l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.

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