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Torino, scoperta cellula dello Stato islamico: ma i 5 membri non possono essere arrestati

Per cinque giovani di origine tunisina, sospettati di appartenere ad un gruppo vicino all’Isis, sono state ottenute dalla Procura di Torino altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere, ma non potranno essere eseguite “per questioni di procedura”.
A cura di Ida Artiaco
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Una cellula Isis è stata scoperta a Torino, dove la Procura ha ottenuto cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per altrettanti giovani tunisini indagati per terrorismo internazionale.  Tre di loro risultano già agli arresti domiciliari per droga, mentre altri due sono liberi. Di questi ultimi, uno era già stato espulso dal nostro Paese nel 2016. Tuttavia, nessuno di loro potrà essere arrestato a causa di "questioni di procedura", pur essendo sospettati di essere collegati allo Stato Islamico. I giudici del capoluogo piemontese avevano chiesto per loro lo stato di fermo lo scorso maggio, ma, il mese successivo, precisamente il 21 giugno, il gip aveva respinto quella istanza.

Il pm Andrea Padalino ha fatto ricorso al tribunale del riesame del Piemonte, che nei giorni scorsi gli ha dato ragione. L'ordinanza dei giudici, però, non è esecutiva perché gli indagati possono ancora ricorrere in Cassazione. Ragion per cui l'arresto non può scattare. Gli accertamenti sono nati in seguito ad alcuni controlli effettuati dai carabinieri del Ros su false dichiarazioni di studio all'Università di Torino presentate dagli stranieri per ottenere permessi di soggiorno quando sono arrivati in Italia, nel 2014. I militari hanno individuato i sospettati e hanno scoperto che nel frattempo si erano stabiliti a Pisa per dedicarsi allo spaccio di stupefacenti. Nel corso dell'inchiesta, oltre ai 5, sono stati scoperti anche altri due soggetti, che risultano essere poi morti in Siria. Di origine tunisina, dopo un breve soggiorno in Italia, sono volati in Medio Oriente, dove sono deceduti combattendo a fianco del Califfato e salutati come martiri.

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