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Torino, patente revocata al leader dei NoTav: “Non ne ha più i requisiti morali”

Il provvedimento della prefettura di Torino nei confronti di Giorgio Rossetto, leader di Askatasuna. Ironia sul web da parte dei membri del movimento di protesta: “Patente revocata perché sei un No Tav. Marceremo sempre un metro avanti a chi ci vorrebbe fermare”
A cura di Biagio Chiariello
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Niente potrà guidare per tre anni. A Giorgio Rossetto, storico leader del centro sociale torinese Askatasuna e punto di riferimento della lotta No Tav, è stata infatti ritirata la patente. Il provvedimento gli è stato inflitto dalla Prefettura di Torino e arriva dopo l'avviso orale del questore, Francesco Messina, notificato nell'agosto scorso ad alcuni soggetti noti alle forze dell'ordine. A renderlo noto, sul proprio sito ufficiale, è lo stesso movimento che si oppone alla Torino-Lione. Rossetto, si legge sul provvedimento, "non è più in possesso dei requisiti morali per essere titolare della patente di guida".

Giorgio Rossetto il 23 settembre è stato denunciato per un assalto al cantiere di Chiomonte. In quell’occasione un’ottantina di attivisti si erano dati appuntamento in Val Susa e, travisati con maschere antigas e muniti di flessibili, aveva cercato di tagliare le recinzioni messe a protezione del cantiere. La polizia aveva risposto all’attacco con il lancio di lacrimogeni, allontanando così i manifestanti.

"Che negli ultimi due mesi questore e prefetto si stiano dando parecchio da fare per provare ad intimidire i No Tav non ci sono dubbi; tra denunce, ordinanze, fogli di via, avvisi orali e misure ridicole come questa parrebbe che i due abbiano solo un pensiero che li perseguita nella solitudine dei loro uffici” ironizzano i No Tav. “Ricordiamo solo, a chi oramai ci sogna la notte, che negli anni abbiamo resistito a migliaia di denunce, centinaia di processi e condanne, anni e anni di galera e non siamo facili da intimidire. Resisteremo sempre un minuto in più dei nostri avversari e marceremo sempre un metro avanti a chi invece ci vorrebbe fermare” si legge ancora nel comunicato degli attivisti.

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