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Torino: operata al tunnel carpale le devono amputare il braccio. Sospetta malasanità

A Paola Moise, 47enne di Rivalta, in provincia di Torino, è stato amputato un braccio. La donna era stata operata al tunnel carpale e l’intervento era andato apparentemente bene.
A cura di Davide Falcioni
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Apparentemente avrebbe dovuto essere un intervento semplice che avrebbe risolto i suoi dolori al tunnel carpale: invece per Paola Moise, 47enne di Rivalta, in provincia di Torino, è iniziato un calvario terminato solo con l'amputazione del braccio. Sulla vicenda – raccontata sulle pagine del Corriere – è stato aperto un fascicolo di inchiesta e due medici sono indagati per lesioni personali colpose gravissime: gli avvisi di garanzia sono stati emessi per il dottor Michele Ferro (assistito dall’avvocato Gino Obert), che materialmente operò la paziente, e il dottor Fulvio Barra Bajetto, difeso dall’avvocato Mauro Carena. I fatti risalgono al maggio del 2017.

La signora Paola era entrata in sala operatoria e ne era stata dimessa dopo un intervento durato oltre due ore. Apparentemente era andato tutto per il meglio, e quei dolori dopo l'operazione sono stati giudicati normali postumi, e d'altro canto sia il dottor Ferro che Barra Bajetto la rassicurano e la invitano a restare calma. La situazione però non migliora neppure dopo una settimana e la signora torna in ospedale: viene visitata da un altro medico, che le diagnostica una fascite necrotizzante, una patologia che può anche portare alla morte. Trasferita al Cto, Paola Moise viene operata d’urgenza: i medici fanno di tutto per evitare il peggio, ma alla fine per salvarle la vita sono costretti ad amputarle il braccio destro.

Nei giorni scorsi si è chiusa l'inchiesta a carico dei due medici, ai quali la Procura contesta "di non aver prescritto, in presenza di chiari sintomi di infezione, adeguata terapia antibiotica". Il pm nel capo d'imputazione sostiene che Barra Bajetto dopo aver disposto gli esami ematochimici ha "dimesso la paziente senza attendere i relativi esiti". Il suo avvocato Mauro Carena ha tuttavia precisato. "Il dottor Barra Bajetto è estraneo all’intera vicenda — spiega il legale —. Il 26 maggio era di turno al pronto soccorso quando si è presentata la paziente accompagnata dal dottor Ferro. Visitano insieme la signora. Barra Bajetto prescrive antibiotici e antidolorifici e dispone gli esami del sangue. Non ha controllato lui i risultati, perché Ferro lo aveva rassicurato che se ne sarebbe occupato di persona, essendo la signora Moise sua paziente. Spiegheremo tutto al magistrato, ci sono molti testimoni che possono confermare la versione del mio assistito".

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