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Torino, non le permettono di comprare un biglietto del treno con monete: “Non siamo una banca”

La denuncia in una lettera inviata al quotidiano Valsusaoggi di una pendolare che ha spiegato di non aver potuto comprare un biglietto alla stazione di Bussoleno con le monetine che possedeva: “Sono amareggiata perché a causa della mia disabilità visiva il treno è l’unico mezzo che mi permette di spostarmi”.
A cura di Susanna Picone
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Una pendolare che spesso usa il treno per spostarsi dalla valle di Susa a Torino ha inviato una lettera al quotidiano online Valsusaoggi per denunciare un episodio che le sarebbe accaduto lunedì 7 gennaio. Alla donna, disabile visiva, avrebbero negato la possibilità di comprare un biglietto del treno con le monetine che possedeva. “Perdonate lo sfogo, ma volevo segnalare che lunedì 7 gennaio non mi è stato consentito di pagare presso la biglietteria della stazione di Bussoleno un biglietto da 1.90 euro con moneta anche piccola”, ha scritto la pendolare nella sua lettera. L’operatrice, rifiutando quel pagamento, avrebbe detto alla pendolare di “non esser una banca” e che se avesse voluto avrebbe potuto cambiare i soldi in un istituto di credito. Come spiega meglio il quotidiano Repubblica, la pendolare arrivato il suo turno alla biglietteria di Bussoleno aveva consegnato all’operatrice due buste di plastica piene di monetine da uno e due centesimi chiedendole di prelevare da lì la somma giusta per comprare il suo biglietto da 1.90 euro. A quel punto, quindi, sarebbe arrivato il no da parte dell’addetta alla biglietteria.

Lo sfogo della donna: "Assurdo capitino queste cose" – Un rifiuto che ha colpito molto la donna, che ha scritto nella sua lettera che è “assurdo che oggigiorno capitino queste cose”. “Sono rimasta amareggiata – ha scritto ancora – soprattutto perché a causa della mia disabilità visiva, il treno è l’unico mezzo che mi permette di spostarmi. E sentirmi dire certe assurdità mi lascia a bocca aperta”. La vicenda è stata ricostruita anche da Ferrovie che ha voluto verificare che cosa fosse accaduto. A discolpa dell’operatrice, però, c’è da dire che esiste un regolamento che spiega che a eccezione dell’autorità emittente “nessuno è obbligato ad accettare più di cinquanta monete metalliche in un singolo pagamento, a prescindere dal taglio”.

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