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Torino, mamma e figlia morte durante il parto: medici scagionati, non c’è nessun colpevole

La morte di Angela Nesta e quella della sua bambina al Sant’Anna di Torino sono state causate da un evento raro e imprevedibile che non ha dato scampo ai medici. Per questo il giudice non ha potuto fare altro che accogliere la richiesta di archiviazione del pm.
A cura di Susanna Picone
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Non c'è nessun colpevole per la morte di Angela Nesta e di sua figlia Elisa. Angela, trentanove anni, morì di parto la notte tra il 26 e il 27 dicembre del 2015 all'ospedale Sant'Anna di Torino e insieme a lei morì anche la bambina che portava in grembo. Il gip Alessandra Cecchelli, che ha seguito le indagini, ha disposto l'archiviazione per i due medici dell'ospedale che erano stati indagati dalla procura con l'ipotesi di omicidio colposo. E così ha messo la parola fine alla lunga querelle giudiziaria nata in seguito alla tragica vicenda. Secondo i consulenti nominati dal giudice, è impossibile provare un nesso causale tra la morte della donna e l'assistenza medica da lei ricevuta. Angela Nesta, secondo quanto accertato dai consulenti dei giudici, è morta per “una massiva embolia amniotica polmonare, una complicanza rarissima e imprevedibile, insorta durante il travaglio, che ha comportato insufficienza cardiocircolatoria acuta”.

Il gip ha archiviato: i medici non potevano far nulla per salvare la donna e la neonata – Insomma, un evento rarissimo contro il quale i medici nulla avrebbero potuto fare per salvare la mamma, che era alla sua prima gravidanza, con la sua bambina. Neppure il taglio cesareo e la rianimazione con cui si poteva ristabilire l’attività cardiocircolatoria avrebbero potuto garantire la sopravvivenza e, tanto meno, l’integrità neurologica del neonato. Era stato lo stesso pm, Monica Supertino, a chiedere l'archiviazione per i due medici del Sant’Anna, entrambi difesi dall'avvocato Gino Obert. I legali dei familiari della vittima avevano presentato opposizione e avevano chiesto un supplemento d'indagine per accertare eventuali responsabilità dei medici.

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