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Torino, la storia della “banda degli aghi”: noleggiano una Porsche e vengono scoperti

Due ragazzi torinesi denunciati (28 e 25 anni) e altri due ricercati per il ferimento dei passanti. Una delle due auto utilizzate era a nolo: una Porsche Cayenne, riconosciuta anche da una delle vittime. Un dardo è stato trovato proprio nell’abitacolo del Suv.
A cura di Biagio Chiariello
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Gli agenti della Squadra mobile di Torino hanno individuato e denunciato a piede libero i componenti della banda degli aghi di Torino. L’accusa alla quale devono rispondere è quella di lesioni. Avrebbero ferito almeno cinque persone, una delle quali alla nuca, scelte a caso tra la folla, nella zona tra piazza Rivoli e corso Lecce. La bravata a bordo di una Toyota Yaris e di un Porsche Cayenne. Un’auto di lusso che risulta noleggiata. Uno dei feriti l’avrebbe anche riconosciuta. Questo particolare, insieme alle immagini delle telecamere di sorveglianza, ha permesso l’identificazione dei colpevoli. L'inchiesta è stata coordinata dal pm Nicoletta Quaglino. A casa dei giovani, gli investigatori della Questura di Torino hanno sequestrato alcuni dardi per la caccia ai piccoli volatili, spesso impiegati per il tiro a segno, balestre e delle sagome di cartone che probabilmente utilizzavano per allenarsi.

Chi sono i componenti della banda degli aghi

I due fermati e identificati, scrive La Stampa, non hanno confessato ma contro di loro di sarebbero vari indizi utili a inchiodarli. Sono due italiani di venticinque e ventotto anni. Il più giovane si chiama Christian, abita a poche decine di metri dal punto dove è stato messo a segno il primo agguato. Lui si è occupato di noleggiare la Porsche. L’altro vive in un comune della prima cintura, verso Alpignano. Il suo nome è Francesco, alle spalle ha qualche precedente penale e nella vita – ufficialmente non ha un’occupazione stabile. Durante le perquisizioni nelle loro abitazioni i militari hanno trovato punte d’acciaio lunghe una decina di centimetri con alla base un cono di plastica colorata. Per spararli basta una semplice cerbottana (quella usata il 25 settembre non è stata però trovata). Sui siti Internet si trovano a prezzi economici: un kit completo di dieci frecce si può acquistare meno di 10 euro. Un altro dardo è stato trovato nell’abitacolo del Suv. Poi l’esame delle telecamere della zona, e le poche testimonianze raccolte, sono state fin qui fondamentali. All’appello, però, mancano ancora due complici. Quasi certamente amici di Christian e Francesco.

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