Torino, la prof che ha soffocato il fratello accusata anche di tentato omicidio del padre
Si aggrava ulteriormente la posizione giudiziaria di Cristina Mattioda, la professoressa piemontese di 64 anni che nella notte tra venerdì e sabato avrebbe ucciso il fratello Mauro in casa soffocandolo con un sacchetto di plastica durante il sonno. Gli inquirenti ora la accusano anche del tentato omicidio dell'anziano padre, anche lui residente nella villa in località di Spineto di Castellamonte, nella città metropolitana di Torino, dove è avvenuto il delitto del 60enne. Secondo i carabinieri che indagano sul caso, coordinati dalla Procura di Ivrea, il tutto sarebbe avvenuto in sequenza intorno alle 4 del mattino di sabato. La donna avrebbe prima ucciso il fratello e poi si sarebbe diretta verso la stanza del genitore tentando di uccidere il padre 92enne. Infine ha mandato un messaggio sul cellulare di un'amica che, alle intorno alle 7.30, ha avvisato i militari.
Quando una volante è giunta sul posto è stato ritornato effettivamente il cadavere del 60enne e la sorella è stata arrestata ma del tentativo di uccidere il genitore non si era saputo nulla. Sarebbe stata la stessa professoressa, infatti, a dire di aver tentato di uccidere l'anziano padre e di avere poi desistito. L'anziano, malato e non autosufficiente, avrebbe reagito dal suo letto convincendo la donna a smettere. La 64enne, davanti al sostituto procuratore della Repubblica di Ivrea Lea Lamonaca, ha spiegato di avere agito per disperazione. Aveva perso la madre e il marito in poco tempo e ora era l'unica a doversi occupare del fratello, seguito dai servizi di igiene mentale, e dell'anziano padre.