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Torino, intascavano assegni familiari ma avevano conti all’estero: 3 pregiudicati denunciati

I tre avevano depositato un gruzzolo di circa 420mila in banche croate ma in Italia denunciavano reddito zero e addirittura oltre una trentina di familiari a carico riuscendo così ad ottenere ingenti somme per assegni familiari destinati ai più bisognosi . Smascherati dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Torino.
A cura di Antonio Palma
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Dichiaravano senza alcun problema di essere nullatenenti e in più di avere un trentina di persone a carico intascando così gli assegni familiari previsti per  le famiglie più disagiate ma in realtà depositavano costantemente in banche estere considerevoli somme di denaro arrivando a collezionare un gruzzoletto di ben 420mila euro. Per questo tre pluripregiudicati, noti alle forze dell'ordine  per furti commessi in varie aziende piemontesi, sono stati denunciati da parte della guardia di Finanza di Torino per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e hanno visto il loro tesoretto sequestrato per ordine dell'autorità giudiziaria. A loro si è arrivati attraverso un lunga serie di indagini avviate già nel 2014 dopo una segnalazione da parte delle autorità croate che indicava movimenti sospetti da parte di una ventina di nomadi di etnia rom, residenti da anni in Italia, che disponevano di ingenti somme di denaro di origine incerta in alcune banche di Zagabria

Le successive indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino, coordinate dalla locale Procura della Repubblica,  già nel 2016 aveva portato a un primo sequestro preventivo delle somme vista la sproporzione tra patrimoni e redditi dichiarati, nella maggior parte dei casi addirittura pari a zero. Si trattava nel maggior parte dei  casi di proventi da attività di raccolta di rottami, oltretutto svolta senza le certificazioni in materia ambientale. L’attività di raccolta di rifiuti è emersa proprio grazie alle persone coinvolte nell’indagine che, nel tentativo di giustificare i depositi in Croazia, hanno fornito le prove del reato commesso. Altri accertamenti infine hanno mostrato che alcuni non solo non dichiaravo le somme ma utilizzavano false attestazione Isee per intascare anche denaro pubblico destinato ai bisognosi. Spesso il meccanismo era quello di attribuirsi a proprio carico decine di persone approfittando del fatto che risiedevano tutti nello stesso campo rom.  In totale con questo meccanismo avrebbero intascato oltre 70mial euro.

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