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Caos a Torino in Piazza San Carlo

Torino, caos Piazza San Carlo. Inizia il processo. Alessandro: “Ho ancora crisi di panico”

L’inchiesta riguarda le presunte carenze nella gestione della proiezione della finale di Champions League tra Juve e Real Madrid del 3 giugno 2017. Il panico fra la folla fece 1500 feriti e una vittima. Anche il sindaco Chiara Appendino è imputata per disastro, lesioni e omicidio colposo.
A cura di Biagio Chiariello
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Si è aperto oggi, 23 ottobre, nell’aula bunker del carcere delle Vallette Lorusso-Cotugno, l’udienza preliminare per i fatti di piazza San Carlo. Il 3 giugno 2017 a Torino, durante la proiezione in diretta della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, si scatenò il panico tra la folla. 1500 persone rimasero ferite, Erika Pioletti morì e Marisa Amato rimase paralizzata. L’inchiesta riguarda le ipotizzate carenze organizzative e nella gestione dell’evento. La Procura di Torino contesta a 15 imputati, tra cui il sindaco Chiara Appendino e l’ex questore Angelo Sanna, reati di vario titolo, tra cui disastro, lesioni e omicidio colposo.

Il racconto di chi c'era – Presenti centinaia di persone rimaste ferite quella sera, che si sono costituite parte lesa e che si sono messe in coda davanti ai cancelli con l'obiettivo di ottenere un risarcimento dagli imputati. Tra loro anche Alessandro Bovero, 55 anni, una delle persone che erano in piazza quella sera. “Io fui salvato da un ragazzo, che mi prese da terra e mi appoggiò contro un muro. Altrimenti avrei fatto la fine della povera signora Pioletti, che era a pochi passi da me. Calpestato da quella massa di gente trasformata in una mandria di cavalli impazziti” ha detto. L'uomo riportò una grave lesione a una spalla. A chi gli chiede se qualcosa non avesse funzionato nell'organizzazione, Bovero risponde semplicemente che “l'organizzazione non c'era. Io per allontanarmi fui costretto a scavalcare delle transenne che erano allacciate insieme. E di forze dell'ordine ne vidi poche. Fu un vero disastro”. Le ripercussioni continuano a farsi sentire: “Ho ancora degli attacchi di panico. Sulla metropolitana, se è piena, non salgo. E nei centri commerciali, se c'è folla, non entro”.

Una donna è rimasta paralizzata – Ha voluto esserci anche Marisa Amato, la donna travolta mentre camminava sotto i portici e rimasta tetraplegica a causa delle ferite riportate dopo essere stata travolta dalla folla. Oggi costretta sulla sedia a rotelle, è giunta in aula a bordo di un'auto medicalizzata, accompagnata dai familiari e dall'avvocato che la assiste. Fabio Martinoli, il fidanzato di Erika Pioletti, si costituirà parte civile. A presentare l'istanza al giudice sarà il legale dell'uomo, l'avvocato Daniele Folino. La donna, originaria di Domodossola, era deceduta in seguito alle ferite riportate, dopo 12 giorni di agonia.

L'altra inchiesta – Oltre a questa parte di processo ce ne sarà un'altra, che riguarderà il gruppo di rapinatori italiani di origine marocchina che ha provocato il panico tra la folla, spruzzando spray al peperoncino su un gruppo di persone per derubarle. I reati contestati sono omicidio preterintenzionale, rapina aggravata in concorso e lesioni plurime colpose.

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