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Torino, bimba ingoia pila: all’ospedale dicono che l’ambulanza non c’è, ma era una bugia

La piccola di sei anni era arrivata al pronto soccorso con forti dolori e i medici avevano deciso il suo trasferimento comunicando però che l’ambulanza non c’era e invitando il padre a portarla con i suoi mezzi. L’uomo è stato costretto a trasferire la bimba con la sua auto in un altro ospedale dove è stata sottoposta a intervento chirurgico d’urgenza.
A cura di Antonio Palma
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Si era accorto che la figlioletta stava molto male, aveva mal di stomaco e continuava a vomitare e per questo aveva deciso di portarla al pronto soccorso dove, dopo un'attesa di alcune ore, le hanno fatto una radiografia scoprendo che aveva un oggetto metallico nello stomaco, poi l'assurda richiesta dei medici: "Sua figlia va trasferita ma l'ambulanza non c'è, la trasporti lei con la sua auto da qui al Regina Margherita di Torino". È l'incredibile richiesta che i medici dell'ospedale di Ciriè, nella città metropolitana di Torino, hanno fatto a un padre di una bimba di sei anni che necessitava di trasporto urgente in altra struttura idonea per essere operata. L'uomo, un operaio di 32 anni di origini marocchine a cui sarebbe stato fornito anche materiale per sdraiare la bimba sui sedili e guanti igienici per prendersi cura di lei mentre la trasferiva in ospedale, è stato quindi costretto a muoversi da solo con la bimba dolorante e in preda agli spasmi.

Un episodio già assurdo ha assunto i contorni ancora più incredibili visto che, da una prima verifica della direzione dell’Asl To 4, pare che in realtà l’ambulanza fosse disponibile. La stessa dirigenza dell'azienda sanitaria ha deferito alla Commissione di disciplina, per l'avvio di un procedimento e l'adozione dei provvedimenti del caso, il medico responsabile del pronto soccorso che ha invitato l'uomo a trasferire la figlia in macchina. "Il comportamento del medico del pronto soccorso dell’ospedale di Ciriè nel caso occorso alla piccola paziente è stato connotato dall’inosservanza assoluta delle linee guida e procedure di pronto soccorso ed è perlomeno negligente. Di conseguenza, il primario di pronto soccorso dell’azienda lo deferirà alla Commissione di disciplina per l’avvio del procedimento nei suoi confronti, al termine del quale saranno adottati i provvedimenti del caso", ha spiegato il direttore generale dell’Asl To4.

Nonostante la sventura, la bambina fortunatamente è arrivata in tempo all'ospedale del capoluogo piemontese dove è stata subito sottoposta a intervento chirurgico durante il quale si è scoperto che l'oggetto metallico ingerito non era una moneta, come si sospettava, ma la pila di un orologio che avrebbe potuto provocare molti più danni. Il fatto risale al 28 ottobre scorso e, anche se l'operazione è tecnicamente riuscita, la piccola Jasmine non si alimenta ancora da sola e dovrà essere sottoposta a nuovi accertamenti clinici.

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