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Tokyo: insulti sessisti alla collega, consigliere costretto alle scuse pubbliche in diretta tv

L’uomo aveva apostrofato una collega durante un dibattito sulle politiche per la maternità chiedendole: “Perché non ti sposi?”
A cura di Antonio Palma
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Durante un intervento in aula, nel mezzo di un dibattito sulle politiche per la maternità, aveva preso di mira una collega che la pensava diversamente da lui con insulti sessisti, ma l'indignazione generale l'ha costretto a convocare una conferenza stampa e a scusarsi pubblicamente con la donna con tanto di inchino. È quanto accaduto nella capitale giapponese Tokyo a un consigliere conservatore dell’assemblea metropolitana della città, il 51enne Akihiro Suzuki. L'uomo in un primo momento aveva negato ogni addebito, ma poi, incalzato da giornali e tv nipponici, è stato costretto a capitolare e ad ammettere la paternità degli insulti sessisti scagliati contro la collega di 35 anni, Ayaka Shiomura. Nel pomeriggio di ieri così l'uomo davanti a tv e giornalisti ha espresso le sue scuse non solo al bersaglio degli insulti, ma anche a tutta la comunità in una conferenza stampa trasmessa in diretta tv.

L'episodio in aula e gli insulti sessisti

L'episodio sotto accusa risale a mercoledì scorso quando Shiomura stava intervenendo in aula sui piani del governo locale sulle politiche per la maternità. Ad un certo punto, infatti, dai banchi dei Liberaldemocratici, il partito del premier Shinzo Abe, sono partite battute e frasi sessiste come "perché non ti sposi?" e "non sei in grado di avere figli?". Le frasi in un primo  momento erano passate in sordina, ma la registrazione della seduta è finita in uno dei talk show del fine settimana della tivù pubblica Nhk, dando il via all'indignazione popolare. "Volevo solo dire che avrei voluto che si sposasse presto, dato che assistiamo a un drastico calo della popolazione e a un aumento crescente di donne che non si sposano fino a tarda età" ha spiegato Suzuki nel corso della conferenza stampa, dove ha ammesso di aver pronunciato solo la prima delle battute sentite in aula. Suzuki ha anche lasciato il gruppo Liberaldemocratico escludendo però le sue dimissioni.

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