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Thyssen: via dall’Italia dopo la storica condanna?

Dopo la pesantissima condanna inflittale dalla Corte d’Assise di Torino, la Thyssen potrebbe lasciare l’Italia e mettere sulla strada migliaia di operai.
A cura di Alfonso Biondi
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Processo Thyssen

Un amministratore delegato condannato a 16 anni e mezzo di carcere per omicidio volontario, cinque dirigenti condannati per cooperazione in omicidio colposo a pene che vanno dai 10 anni e 10 mesi ai 13 anni e mezzo, circa 20 milioni di euro tra risarcimenti, spese legali. E' stato questo il conto salatissimo che la Corte d'Assise di Torino ha presentato alla Thyssen, ritendendola responsabile della morte dei suoi 7 dipendenti che persero la vita durante un incendio divampato nello stabilimento torinese dell'azienda. E' la prima volta in Europa che un'azienda è investita da sanzioni così pesanti e che un amministratore delegato, Harald Espenhahn, viene condannato per omicidio volontario.

Dopo questa mazzata la Thyssen potrebbe pensare di andar via dall'Italia;  l'azienda infatti sapere: "restiamo in Italia, ma dopo la situazione che si è venuta a creare con il verdetto di Torino sarà difficilissimo lavorare da voi". L'unico stabilimento ancora aperto è quello di Terni, dove l'azienda rappresenta il "motore di sviluppo" per la città e per l'intera regione, come ha riferito il sindaco Leopoldo Di Girolamo. Per Di Girolamo il rischio che la sentenza possa avere effetti nefasti sull'occupazione di migliaia di lavoratori esiste ed è tutt'altro che remoto.

L'impressione, però, è che dalla Thyssen una decisione non venga presa a caldo, anche perché l'incredulità per una condanna così pesante non è stata ancora smaltita dal top management aziendale. La compagnia tedesca ha affidato a un comunicato le proprie impressioni sulla sentenza, defindendola "incomprensibile e inspiegabile".

Rovesciando la medaglia, però, la soddisfazione per una sentenza del genere è stata grandissima sia per i familiari delle vittime sia per il pm Guariniello. Già, perché ora le aziende sanno davvero cosa rischiano quando prendono alcune scelte piuttosto che altre. Ecco le parole di Guariniello:

Questa sentenza può scuotere e cambiare le coscienze degli imprenditori. Da oggi, quando andranno in azienda, devono aver presente che sono loro i responsabili della sicurezza, e se succede qualcosa non sono più protetti da condanne virtuali che non verranno mai scontate: ora le condanne sono diventate reali e loro rischiano la galera.

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