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Test Invalsi: gli studenti del Nord più bravi di quelli del Sud

Dal Rapporto Nazionale dell’Istituto emerge un divario tra Nord e Sud del Paese: gli studenti più bravi nel corso dell’anno scolastico 2012/2013 sono stati quelli delle regioni del Nord. Il ministro Carrozza: “Le prove Invalsi non sono il giudizio di Dio”.
A cura di Susanna Picone
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In Italia si conferma un divario tra Nord e Sud anche per quanto riguarda i risultati scolastici degli studenti. In particolare il riferimento va ai risultati delle prove Invalsi sostenute nel corso dell’anno scolastico 2012-2013. Secondo quanto emerge dal Rapporto nazionale sulle prove Invalsi presentato stamane a Roma alla presenza del ministro Carrozza, i ragazzi del Nord hanno infatti ottenuto risultati migliori rispetto a quelli del Sud. Il rapporto, che ha l'obiettivo di stimolare i processi di autovalutazione per migliorare le performance delle scuole, si basa su un campione di circa novemila classi e di oltre 189mila studenti. Complessivamente, nell'anno scolastico che si è concluso da qualche settimana, nelle prove Invalsi di italiano e matematica sono state coinvolte 13.232 scuole, 141.784 classi e 2 milioni 862mila studenti. Per quanto riguarda, appunto, i risultati, è emerso che le regioni del Mezzogiorno ottengono in generale risultati peggiori, anche se si rilevano miglioramenti per Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata.

Le difficoltà in italiano e matematica – I risultati migliori si ottengono, invece, nella Provincia Autonoma di Trento, nel Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche e Piemonte. Dal rapporto emerge una maggior dimestichezza dei ragazzi con i testi narrativi (per quanto riguarda i test di italiano), rispetto a quelli basati su quesiti espositivi e a quelli di tipo non continuo o misto, in cui viene richiesto anche di interpretare dati e grafici funzionali all'esposizione dei contenuti del testo. Sul fronte della matematica, le difficoltà maggiore sono emerse nell'ambito “spazio e figure” e in quelli “relazioni e funzioni” rispetto agli ambiti “numeri” e “dati e previsioni”. Il ministro Carrozza, nel corso della presentazione del rapporto, ha parlato delle tanto temute prove Invalsi affermando che non sono “il giudizio di Dio” ma che “valutare e valutarsi, in ogni caso, ci dà l’opportunità di conoscere quello che siamo”.

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