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Tesoriere di Fi promette a due finti lobbisti un incontro con Berlusconi in cambio di una donazione

Con un finanziamento alla campagna elettorale di Forza Italia un lobbista può riuscire a ottenere un incontro con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi per avanzare le proprie istanze: è quanto emerso da una inchiesta del Fatto Quotidiano sul ruolo delle lobby nel Parlamento italiano.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una mega donazione in campagna elettorale per incontrare Silvio Berlusconi e portare avanti la propria istanza: la vita dei lobbisti in Italia non sembra poi così complicata, almeno secondo quanto descritto dall’inchiesta pubblicata sul Fatto Quotidiano. Con la promessa di un ingente investimento si può strappare un incontro al leader di Fi Berlusconi: “Certamente, a marzo. Lui tiene conto di queste cose”, assicura il tesoriere forzista Alfredo Messina.

Due giornalisti del Fatto Quotidiano si sono spacciati per consulenti della Mei Consulting, una società inesistente che fa gli interessi di investitori arabi che vogliono entrare nel mercato italiano delle sigarette elettroniche. Il loro obiettivo è raggiungere Berlusconi e per farlo promettono di contribuire alla sua campagna elettorale. Prima di arrivare all’ex Cavaliere ci sono però delle tappe intermedie: il primo incontro è con il senatore Lucio Malan che li mette in contatto con Messina, promettendo inoltre ai due “un comunicato in favore delle vostre istanze, indipendentemente dal contributo” versato.

Pochi giorni dopo i due finti lobbisti incontrano il tesoriere di Fi che fornisce loro l’Iban del partito e le istruzioni su come effettuare il versamento di finanziamento: una specifica in particolare riguarda i pagamenti sopra i 100mila euro, insieme alla possibilità di donare in anonimato. “Basta non dare l’autorizzazione a rendere pubblica la cosa per la legge sulla privacy”, spiega Messina che non fa domande sulla provenienza dei fondi ma che promette: “Vedrà che insomma, questa iniziativa la porteremo a conoscenza anche… a tutti i livelli. Quindi, insomma, un impegno ci sarà sicuramente”.

Due giorni dopo i finti lobbisti richiamano il tesoriere per avere qualche conferma e fanno sapere che presto si dovrebbe riunire il consiglio di amministrazione di questa presunta azienda per decidere sullo stanziamento. Inoltre, i due chiedono un incontro privato con Silvio Berlusconi. E la risposta sembra tranquillizzarli: “Durante la campagna elettorale è un po’ complicato effettivamente, perché ci sono i giorni contati. Certamente, a marzo. C’è da dire che tiene conto di queste cose”.

Il M5s: ‘Faremo un registro dei lobbisti'

L’inchiesta del Fatto Quotidiano ha ricevuto il plauso del MoVimento 5 Stelle che ha voluto presentarla oggi in Parlamento con i due autori. Di Maio garantisce che “con il M5s al governo l’attività di lobbying verrà rigidamente regolamentata”. Intanto il parlamentare M5s Roberto Fico attacca proprio Forza Italia: “Se io fossi un lobbista guarderei i curriculum dei candidati e il primo partito a cui mi rivolgerei è Fi”.

Di Maio torna poi sul M5s e sui quasi 500mila euro raccolti per la campagna elettorale “in piccole donazioni senza accesso al finanziamento pubblico né alle grandi lobby”. Il capo politico del MoVimento spiega che “le donazioni sopra i 5mila euro saranno rimandati indietro perché vogliamo dare l'esempio come lo abbiamo dato con il taglio agli stipendi e la rinuncia ai vitalizi”. Di Maio annuncia la volontà di realizzare “una legge sul conflitto d’interessi e un registro dei lobbisti”. Inoltre, altra proposta è quella di eliminare il 2 per mille ai partiti e le detrazioni del 20% sulle donazioni.

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