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Terremoto Marche, terremotati furbetti chiedevano contributi illeciti per casa: 120 indagati

Secondo la Guardia di Finanza di Camerino, alcuni di quelli che avevano chiesto il contributo di alloggio in realtà già vivevano e lavoravano in altre località, tra cui anche chi aveva concesso l’abitazione in locazione. Altri invece continuavano a vivere stabilmente presso la propria abitazione pur dichiarando di alloggiare altrove perché inagibile. Altri ancora avevano inserito nella domanda la presenza di parenti che in realtà vivevano fuori al momento del terremoto nelle Marche.
A cura di Antonio Palma
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Quelle continue scosse di terremoto che hanno colpito il centro Italia tra nel 2016 per molti hanno significato paura e sangue e per molti altri invece la distruzione dell'abitazione e il dover dire addio alla propria casa e ai propri luoghi. Quegli stessi terremoti, però, per alcuni altri hanno significato invece potersi approfittare di sovvenzioni pubbliche che in realtà non gli spettavano. È quanto hanno scoperto gli uomini  della Guardia di Finanza di Camerino, nel Maceratese, che, attraverso indagini investigative e documentali, hanno portato alla luce ben 120 casi di illecite richieste per Contributo di Autonoma Sistemazione (Cas) e denunciato all'autorità giudiziaria altrettante persone responsabili dei presunti comportamenti disonesti. Secondo gli inquirenti, in totale sono oltre 500mila euro i fondi che sarebbero stati erogati a persone che non ne avevano diritto. Questi ultimi avrebbero usato in particolare un metodo molto semplice per poter accedere al beneficio: avrebbero dichiarato di essere stati costretti a trovare un alloggio in affitto perché la loro casa era stata resa inagibile dal terremoto quando invece o era ancora agibile o molto più spesso era solo un seconda casa e quindi senza nessuna necessità di trovare un alloggio.

La indagini delle Fiamme Gialle erano partite alcuni mesi fa e avevano riscontrato immediatamente anomalie importanti nelle richieste tanto da far scattare i successivi controlli capillari da parte dei finanzieri su tutte le istanze presentate. In particolare i finanzieri avevano notato che molti dei Comuni inseriti nel cratere sismico sono mete turistiche e di villeggiatura, estive e invernali, con la conseguente presenza di numerose seconde case, vissute solamente per brevi periodi dell'anno da persone che hanno in realtà dimora e interessi principali in altre località, in Italia o anche all'estero. Gli accertamenti hanno portato dell'operazione "Anubi" delle Fiamme Gialle della Tenenza di Camerino che alla fine ha individuato e denunciato 120 persone.

L'operazione è stata condotta attraverso l'esame di autodichiarazioni e riscontro dei dati dichiarati dai singoli richiedenti il contributo con indagini di polizia giudiziaria, dapprima di iniziativa e successivamente coordinate dal procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio. Si è appurato così che molti prima degli eventi sismici del 2016 già vivevano e lavoravano in altre località, perfino fuori dalle Marche e altri avevano addirittura concesso l'abitazione in locazione a studenti universitari o lavoratori. Poi c'è anche chi ha continuato a vivere stabilmente presso la propria abitazione, pur dichiarando di alloggiare altrove. Non mancano infine i casi di persone che, per far lievitare il contributo, avevano inserito nella domanda la presenza di parenti che in realtà vivevano stabilmente già da diversi anni altrove, in alcuni casi all'estero. Nell'ambito dell'inchiesta i militari hanno già effettuato sequestri per un totale di 120 mila euro.

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