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Terremoto, le crepe diventano opere d’arte al museo di Spoleto

Il terremoto che genera arte, dalle crepe nascono opere a Palazzo Collicola a Spoleto in Umbria grazie all’artista Vincenzo Pennacchi.
A cura di Silvia Buffo
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"La crepa", in mostra a Palazzo Collicola
"La crepa", in mostra a Palazzo Collicola

Le crepe causate dal recente terremoto diventano opera d'arte sui muri di palazzo Collicola a Spoleto. Il direttore di palazzo Collicola Arti visive, Gianluca Marziani, ha incaricato l'artista Vincenzo Pennacchi di creare un'installazione che potesse dare valore artistico, oltre che simbolico alle crepe. L'esposizione fa parte delle rassegne invernali che il 3 dicembre saranno inaugurate nel museo di Spoleto. Per ricordare la storia il palazzo originariamente era di proprietà della famiglia Collicola nel 1717, poi è diventato una stazione di polizia durante il periodo dello Stato Pontificio, e infine, nel 1939, divenne proprietà del Comune di Spoleto, oggi è un importante centro espositivo, colpito, seppur non in maniera preoccupante, dal sisma.

Il danno del terremoto come valore costruttivo

3 dicembre 2016 La Crepa - quando l'arte cuce le ferite di un terremoto - Sette Stazioni dello Spirito. Foto di Vincenzo Pennacchi
3 dicembre 2016 La Crepa – quando l'arte cuce le ferite di un terremoto – Sette Stazioni dello Spirito. Foto di Vincenzo Pennacchi

Al terremoto bisogna reagire anche dal punto di vista artistico, spiega il direttore Gianluca Marziani:

Quello di Pennacchi mi piace definirlo un intervento momentaneamente permanente. Dopo un terremoto che ha colpito il museo in forma superficiale, ma evidente, ho deciso che il danno doveva trasformarsi in un valore costruttivo. Volevo che le crepe d'intonaco diventassero terreno di una cucitura iconografica e morale, una sutura viva nel corpo della consunzione naturale. Pennacchi è intervenuto su diverse pareti del piano zero, nella zona che ospita la Collezione Collicola e alcune opere della Collezione 2.0.

Le scosse culturali del progetto Collicoland

Un'anterpima de "La crepa", l'artista Vincenzo Pennacchi accanto al Complex Forms di Sol Lewitt
Un'anterpima de "La crepa", l'artista Vincenzo Pennacchi accanto al Complex Forms di Sol Lewitt

Gianluca Marziani lo aveva anticipato a chiare lettere su Fb lo scorso 1 novembre:

Mentre l'Umbria vive uno dei momenti più duri e impressionanti della sua storia recente, la CULTURA ha l'obbligo morale di non ripiegarsi nella paura e nel silenzio assente. Come direttore artistico del museo più dinamico e inventivo in circolazione (a voi stabilire se siamo anche bravi), affermo che ci sarà un'accelerazione sistemica delle nostre SCOSSE CULTURALI in libera e sciamante circolazione. Il nuovo metaprogetto di Palazzo Collicola Arti Visive si chiama COLLICOLAND: un contenitore di idee, azioni, confronti, dibattiti, performance, workshop, convegni, proiezioni e tutto quanto possa aprire lo sguardo interiore, migliorare il presente, definire spazi futuri, immaginando assieme un domani più etico e connettivo, un domani che riprenda il dialogo con una Politica contemporanea, con una popolazione più consapevole, con istituzioni più partecipative, con imprenditori più integrati al piano culturale del museo e della città intera. SPOLETO sarà il centro ideale da cui ripartire in maniera radicale e inclusiva, un'utopia abitabile per immaginare nuovi ruoli partecipativi degli artisti, per decidere assieme sull'architettura necessaria del prossimo futuro, per ripensare il turismo con azioni orchestrali e investimenti a lungo raggio, per riportare le arti al centro di un dibattito che per troppo tempo ha tralasciato gli artisti, la loro veggenza necessaria, il loro ruolo fondamentale tra le politiche del territorio e il governo del pensiero…

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